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Manovre in Senato per una scuola più trasparente

Manovre in Senato per una scuola più trasparente

Si parte più pronti che mai per il nuovo a.s 2019/20, dopo il via libera in Senato del ddl sull’abolizione della cosiddetta “chiamata diretta”. In Se

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Si parte più pronti che mai per il nuovo a.s 2019/20, dopo il via libera in Senato del ddl sull’abolizione della cosiddetta “chiamata diretta”.

In Senato c’è qualcosa che si muove… A cominciare dal nuovo esame di Stato, l’alternanza scuola-lavoro dimezzata, la ripresentazione dei concorsi ecc., come dichiara la senatrice Granato, di professione insegnante: “Riscriveremo la scuola che questo Paese merita consultando chi la vive quotidianamente. E le riforme sulla scuola continuano”.

Già presentato lo scorso agosto, ma rimasto bloccato fino a fine gennaio da parte del Miur e del MEF, la Commissione Cultura del Senato è riuscita a sbloccare la situazione, rilanciando il ddl 763 a firma della senatrice B.L.Granato (M5S).

Con questo ddl

il M5S mantiene la promessa che prevede a partire dal prossimo settembre l’abolizione della chiamata diretta dei docenti e degli ambiti territoriali da parte dei dirigenti scolastici. Si ritorna così alla titolarità sulla istituzione scolastica.

Con questa manovra si è eliminato una delle principali storture della “Buona Scuola” e si ritorna alla situazione preesistente della legge 107. In questo modo si è certi di ristabilire criteri trasparenti e imparziali per il reclutamento dei docenti, un atto giusto nei confronti degli stessi, ma anche necessario per garantire una didattica di qualità agli studenti.

Inoltre, cancellando la titolarità su ambito territoriale per sostituirla su quella di scuola, si da agli insegnanti, già messi negli scorsi anni in condizioni lavorative molto critiche, la certezza della sede di lavoro. Di fatto non si rischia più di vedere i docenti cambiare scuola ogni tre anni, mettendo a rischio la continuità didattica.

Rimane per qualcuno il nodo del ruolo regionale, ovvero l’eliminazione dei ruoli regionali e il ripristino di quelli provinciali. A riguardo però c’è l’aspetto positivo che nel caso di ruolo regionale, il docente che perde il posto può essere assegnato anche ad una scuola di altra provincia, cosa impossibile nel caso di ruolo provinciale.

La riforma passa ora al Parlamento per il voto definitivo, che dovrà svolgere un lavoro molto rapido, se si vuole che il ddl entri in vigore a partire dal prossimo anno scolastico.

#FacceCaso

Di Costanza Panti

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