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Invalsi 2019: cosa è andato storto?

Invalsi 2019: cosa è andato storto?

Le prove Invalsi 2019 hanno mostrato un'Italia e una scuola italiana piena di problemi. Ma quali? L'Italia, come al solito, si mostra completamente d

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Le prove Invalsi 2019 hanno mostrato un’Italia e una scuola italiana piena di problemi. Ma quali?

L’Italia, come al solito, si mostra completamente divisa nei risultati delle Prove Invalsi 2019, quelle prove standardizzate che vengono fatte alle elementari, alle medie e alle superiori. La scuola che ne esce fuori sembra quella di due paesi diversi, divisi. E invece il paese è uno solo.

Per la prima volta quest’anno le prove sono state affrontate anche dai ragazzi di quinta superiore e i risultati hanno mostrato che solo il 65% degli studenti ha le competenze necessarie in italiano che corrispondono a quelle richieste dai vari programmi. Solo il 58% dei ragazzi, invece, potrebbe realmente essere promosso in matematica.
In alcune regioni, come la Campania, la Calabria e la Sicilia la situazione si ribalta, il 60% non passa la prova.

Le cause principali vengono ritrovate nelle situazioni familiari a cui però, la scuola, non pone rimedio a quanto pare. Guardando i dati è come se i ragazzi di quinta superiore si fossero fermati alla terza media e non fossero mai andati avanti.

In inglese, la situazione è forse ancora più tragica. Il B2 dovrebbe essere il livello raggiunto dai ragazzi alla fine della scuola superiore (pensa che io al liceo non l’avevo nemmeno nel piano di studi e no, non sono tanto più vecchia di te). Per quanto riguarda il listening, una delle skills su cui si testa la seconda lingua, un ragazzo su tre riesce ad arrivare al livello richiesto dal MIUR. Il reading va un po’ meglio, ma non troppo, il 50% raggiunge il B2.

Al Nord, le insufficienze gravi nella prova di italiano sono circa il 10% mentre in Calabria arrivano al 25%. Al contrario, gli studenti migliori sono per il 15-20% al Nord e sotto il 10% al Sud. Putroppo, la matematica non fa che aumentare il divario che inizia già dalla quinta elementare e non si ferma fino all’ultima classe delle scuole superiori.

Una situazione per niente confortante, non trovi?

#FacceCaso

Di Benedetta Erasmo

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