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Studio svizzero rivela: in aumento gli universitari con problemi psichici

Studio svizzero rivela: in aumento gli universitari con problemi psichici

Uno studio condotto dall'Università di Zurigo rivela che il numero di studenti universitari che soffrono di problemi psichici è in aumento. La vita d

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Uno studio condotto dall’Università di Zurigo rivela che il numero di studenti universitari che soffrono di problemi psichici è in aumento.

La vita degli studenti universitari è sempre più stressante. Lo rivela uno studio dell’università di Zurigo. Attacchi di panico, disturbi del sonno, depressioni e molti altri problemi psichici. Sono le principali patologie di cui soffrono un numero crescente di giovani. E in parallelo crescono anche le richieste di supporto agli organi di consulenza specializzati, attivi negli atenei.

Non c’è più, quindi, lo stereotipo del “tanto tempo libero e feste“. L’immagine più vicina alla realtà dei ragazzi che studiano all’università è molto meno piacevole. Intense giornate di studio e pressioni per dover fare sempre meglio. Magari barcamenandosi tra vari lavori saltuari per mantenersi.

Il rapporto prodotto dall’ateneo elvetico dice che nel 2018 c’è stato un incremento del 20%, rispetto all’anno precedente, di ragazzi che si sono rivolti a psicologi. Oltre 3000 consulenze totali richieste dagli iscritti, in vari atenei presi in esame. Sia studenti semplici, sia dottorandi. Tutti accomunati dall’eccessivo stress della vita universitaria. Lo stesso studio sottolinea inoltre che tali cifre sono solo la punta di un iceberg. Tante persone, pur soffrendo, decidono di non rivolgersi a nessuna forma di assistenza. Paura, vergogna, ma anche inconsapevolezza. Perché alcuni non sono nemmeno coscienti di avere disturbi psichici.

Sempre più spesso vengono riscontrati sintomi di depressione, da leggeri a medio-gravi, e attacchi di panico. E le ragioni di tale incremento sono molteplici. Isolamento a causa della digitalizzazione, pressione sociale e tendenza a soffocare i sentimenti negativi. C’è paura dei giudizi e dell’emarginazione. L’università di oggi impone ai giovani il dover fare “sempre meglio” e sempre più in fretta per arrivare prima degli altri.

Per chi lavora, inoltre, al cumulo di queste difficoltà imposte dall’ambiente sociale si aggiunge l’onere di esercitare un’attività remunerata. Senza il sostegno delle famiglie, si fanno più spesso i conti con le “privazioni materiali“. L’insoddisfazione per il basso reddito comporta rinunce e rincorsa spasmodica ad un miglioramento della propria situazione finanziaria. E in caso di fallimento nell’intento il problema si acuisce ulteriormente.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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