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Fallisce il decreto dignità sui lavoratori a tempo determinato

Fallisce il decreto dignità sui lavoratori a tempo determinato

Dopo un’iniziale variazione in positivo nel nord Italia, l’occupazione torna a scendere soprattutto al sud e tra le fasce di tutti i giovani lavorator

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Dopo un’iniziale variazione in positivo nel nord Italia, l’occupazione torna a scendere soprattutto al sud e tra le fasce di tutti i giovani lavoratori.

Sì, è sempre la stessa storia: l’Europa corre e torna a crescere mentre l’Italia resta indietro. Il nord corre, torna a crescere (anche se non quanto l’Europa), mentre il sud non riesce a tenere il passo. Questa volta ci soffermiamo sulla situazione dei posti di lavoro che, con il decreto dignità del 2018, avevano visto aumentarsi i diritti dei lavoratori con contratti di lavoro a tempo determinato.

Ciò avrebbe dovuto, almeno in teoria, impattare positivamente sulle assunzioni a tempo indeterminato, limitando l’abuso del ricorso al determinato (per maggiori approfondimenti sul decreto dignità CLICCA QUI).

Le intenzioni, come quelle di ciascun politico, sono sempre le migliori ed almeno inizialmente l’aumento occupazionale ha fatto ben sperare. Ad un anno dall’entrata in vigore della legge n. 96 del 9 agosto 2018 (cosiddetto decreto dignità), si possono osservare risultati allarmanti.

Nella sola prima metà del 2019 c’è stato un calo dello 0,2% delle assunzioni a tempo indeterminato in tutta Italia, ma è la distribuzione ad essere tanto scontata quanto preoccupante:

  • il nord-ovest e nord-est hanno vissuto un incremento delle assunzioni a tempo indeterminato rispettivamente dello 0,9% e 1,2% che corrispondono a circa 40000 assunzioni in più, al centro la situazione si è rivelata stagnante, le assunzioni ammontano a circa un migliaio di unità.
  • Nel mezzogiorno invece la situazione è ben più drammatica, con un calo del 3,1% il passaggio da fine 2018 ad inizio 2019 ha visto più di 113 mila meridionali assunti in meno rispetto al precedente anno (sempre a tempo indeterminato) registrando una drastica inversione di tendenza che aveva invece visto il sud recuperare molto terreno a livello occupazionale tra il 2015 e 2016.

Il fattore più preoccupante è proprio quello che riguarda le mancate assunzioni giovanili, tra i 15 e i 34 anni, in calo del 6,1% rispetto allo scorso anno. Bene invece i più anzianotti tra i 55 e i 64 anni, anche al sud vengono assunti di più (aumento dello 0,3%). In una situazione così negativa per il sud Italia non ci resta che rimanere sintonizzati e aspettare qualche nuova soluzione che riesca a risolvere il grave problema occupazionale, sperando venga posta maggiore attenzione su noi giovani.

#FacceCaso

Di Alessandro Mameli

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