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Analfabetismo funzionale: a scuola per abbatterlo!

Analfabetismo funzionale: a scuola per abbatterlo!

In Italia cresce sempre di più il fenomeno dell'analfabetismo funzionale, la scuola potrebbe, però, invertire la tendenza. Una delle pagine che mi fa

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In Italia cresce sempre di più il fenomeno dell’analfabetismo funzionale, la scuola potrebbe, però, invertire la tendenza.

Una delle pagine che mi fanno più ridere su Facebook se la prende con gli Analfabeti funzionali, eppure so che non dovrei ridere perché quegli screen danno una rappresentazione della società che fa più piangere che ridere. L’Analfabetismo funzionale è un fenomeno che in Italia sta dilagando e la scuola deve cambiare la tendenza.

Innanzitutto, l‘analfabestismo funzionale riguarda quelle persone che sanno effettivamente leggere e scrivere ma non comprendono quello che leggono o scrivono frasi sconnesse. E no, non cercare di ricondurre tutto questo all’avvento di internet e della messaggistica istantanea, perché coloro che “ne sono affetti” sono quelli che sono nati e cresciuti senza tecnologia.

La scuola non deve per nulla tornare all’antica disciplina o allo studio di cinquanta anni fa ma deve abituare i ragazzi (e non solo direi) a leggere e scrivere determinati contenuti, che sono alla base del mondo di oggi. Uno dei modi per abbatterlo è leggere, ovviamente. Perché se all’inizio la lettura vuol dire solo associare dei suoni a delle lettere con il passare del tempo dovrebbe portare alla comprensione del significato. “Semplice no”, dirai tu. Ma la maggior parte della popolazione italiana non legge e di conseguenza non comprende, quindi bisogna iniziare a farlo dalla scuola.

Come si fa? Abbiamo a disposizione tutti gli strumenti del mondo. Pensa alla Divina Commedia recitata da Roberto Benigni, che potrebbe aiutare ad avvicinare i ragazzi a Dante. Oppure, cerca su Spotify Roberto Vecchioni e soffermati ad ascoltare le sue parole e analizzala, anche questa è letteratura italiana.

Non sono cose campate per aria, la mia professoressa di lettere al liceo ci dava da analizare proprio i testi di Vecchioni. Sicuramente alla prima prova sapevo poco e nulla di Quasimodo ma la maggior parte di noi sapeva analizzare il testo perché avevamo compreso anche le parole di un cantautore.

Gli strumenti per innovare la scuola ci sono, basta avere la creatività per utilizzarli. E combattere la sensazione per cui un testo è solo un susseguirsi di parole.

#FacceCaso

Di Benedetta Erasmo

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