Problemi con la manovra che prevede i giornali nelle scuole. Di Maio non è molto d'accordo con l'iniziativa. Il sottosegretario all'editoria Andrea M
Problemi con la manovra che prevede i giornali nelle scuole. Di Maio non è molto d’accordo con l’iniziativa.
Il sottosegretario all’editoria Andrea Martella ha proposto, all’interno della manovra economica, di disporre dei fondi per portare i giornali nelle scuole. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio non è molto d’accordo con l’idea del sottosegretario e del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.
La spiegazione del Ministro Di Maio è che distribuire giornali nelle scuola vorrebbe dire dare ulteriori sovvenzioni allo stato e che se i ragazzi volessero leggere i quotidiani sarebbe meglio se li comprassero. Questa dichiarazione ha sollevato non poche polemiche (giustamente).
Non c’è dubbio che dare la possibilità ai ragazzi di leggere un quotidiano sia importante, sia perché nessuno legge più i giornali cartacei sia perché i ragazzi hanno bisogno di leggere, di imparare nuovi vocaboli ed essere informati su quello che succede nel mondo. Oltre a questo, la lettura delle notizie fornisce ai ragazzi la possibilità di iniziare un dibattito in classe molto costruttivo tra alunni e tra alunni e professore.
Caro Ministro Di Maio, Quotidiano in classe è un’iniziativa che sopravvive nelle scuole italiane dal 2000 e se viene affrontato con intelligenza può davvero aprire la mente dei ragazzi. La mia professoressa di italiano ne era una grande fan e riusciva a farci avere uno sguardo diverso sul mondo, con il Corriere, con la Repubblica, con il Fatto, perché l’importante è ricevere una versione diversa delle varie cronache.
Dato che i giovani sono importanti e che dobbiamo tenerli in Italia, un primo passo potrebbe essere quello di fargli conoscere la realtà dei fatti, anche con versioni diverse. Facciamo un appello al Ministro Di Maio dicendo che è importante avere i giornali nelle scuole, non importa quanti soldi possano arrivare in più allo stato.
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