Nell'edizione odierna parliamo delle proprietà uditive dello sport, di una anidride non troppo carbonica e di molto altro. Era andato in ferie qualch
Nell’edizione odierna parliamo delle proprietà uditive dello sport, di una anidride non troppo carbonica e di molto altro.
Era andato in ferie qualche mese fa facendo piangere moltissimi lettori di FacceCaso; adesso, però, è tornato nella sua versione 2.0, pronto a scuotere i vostri giovedì con le sue bombe e con qualche novità. E’ il TG USA ladies and gentlemen, siete carichi? E allora daje; anzi, C’MON!
😲E’ lo sport l’alternativa ad Amplifon?
La risposta a questa domanda potrebbe essere “sì” visti i risultati di una ricerca della Northwestern University in cui è stata misurata l’attività cerebrale in reazione a diversi suoni di oltre 1000 atleti di squadre universitarie. Lo studio in questione ha infatti rivelato che il cervello di chi pratica sport di squadra isola i rumori di fondo più di quanto riescano a fare tutti gli altri, dal momento che blocca l’attività neuronale in risposta al trambusto di sottofondo.
Curiosità della settimana: La prima reazione nucleare a catena autoalimentata venne realizzata al di sotto delle tribune dello stadio “Stagg Field” dell’Università di Chicago da Enrico Fermi, il 2 dicembre del 1942.
🤕Da touch ad “ouch” il passo è breve
E’ il verdetto del chirurgo della Medical School della Rutgers University Boris Paskhover, che dopo aver analizzato più di 2.500 interventi di 100 ospedali in seguito a lacerazioni dovute all’utilizzo dei cellulari, è giunto alla conclusione che negli USA i traumi causati dalla distrazione legata all’uso dei telefonini sono in forte aumento e attualmente superano quota 76.000 all’anno. Naturalmente i più colpiti siamo noi giovani, in particolare gli individui di età compresa tra i 13 e i 29 anni.
Si è laureato a…Los Angeles. Stiamo parlando del frontman degli Offsprings Dexter Holland, che ha conseguito una laurea in biochimica molecolare presso la University of Southern California.
🤨L’anidride carbonica è un po’ meno “carbonica”
Interessanti i dati che emergono dall’ultimo aggiornamento del Global Carbon Budget, un’analisi coordinata da un team di ricercatori della Stanford University guidato da Rob Jackson. A quanto pare dal 2018 le emissioni di CO2 sono aumentate dello 0,6% (una percentuale comunque in calo rispetto all’anno precedente) ma in questa statistica incide meno del solito l’impiego del carbone, che nell’ultimo anno è diminuito addirittura dello 0,9%.
Per questa settimana è tutto cari lettori. Il TG USA 2.0 vi saluta, vi ringrazia, vi augura una buona serata e come sempre vi invita to be careful; insomma, a FacceCaso.
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