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Scuola senza abbracci: parola ad una professoressa di sostegno

Scuola senza abbracci: parola ad una professoressa di sostegno

Dal 4 marzo abbiamo convissuto con una scuola senza abbracci. Prima tanta euforia, poi però quei banchi hanno iniziato a mancarci. E questa è la rubri

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Dal 4 marzo abbiamo convissuto con una scuola senza abbracci. Prima tanta euforia, poi però quei banchi hanno iniziato a mancarci. E questa è la rubrica giusta per questo momento.

Nuova rubrica tra le nostre pagine giovany! Vi parleremo di questa scuola senza abbracci, tra testimonianze e riflessioni, ecco come studenti e docenti hanno fotografato questo momento.

I bisbiglii diventano voci, le voci un coro , “daje che domani le scuole chiudono anche a Roma”. Nel pomeriggio del 4 marzo arriva la conferma , il Covid ci regalerà due settimane di “vacanza” altro che bigattini, neve o manifestazioni. Questo virus si che ci sa fare. Poi, giorno dopo giorno, cominciano ad arrivare i bollettini dei contagiati e dei morti accompagnati da immagini che fanno male. Non è una banale influenza, non è una vacanza, i terrazzi diventano troppo piccoli per cantare e le settimane si trasformano in mesi.

Per la prima volta la storia non la guardiamo ma la scriviamo.

Gli eroi hanno gli abiti dei medici e degli infermieri e di tutte quelle persone che continuano a lavorare affinché l’Italia riesca ancora a respirare. E gli studenti? Hanno saputo adattarsi, sono la nostra speranza e la loro resilienza sarà la forza del paese.

La testimonianza

La Dad ha permesso di restare uniti a distanza, non è stato facile per nessuno ma da docente credo che sia stato un gran successo e credo sia giusto condividere il pensiero della Dottoressa Chiara Amoroso: “Come docente di sostegno e come Psicologa in questo periodo di Dad ho sostenuto e supportato tanti bambini con difficoltà (con sviluppo atipico) e ho notato con grande soddisfazione che questo tipo di supporto online, utilizzato, concretamente, ha permesso di entrare nelle vite di questi bambini e nella loro sfera emotivo-relazionale. Si sono evidenziati i seguenti punti di forza di alunni e insegnanti: ascolto, ricerca di strategie, buona motivazione e riconoscimento delle difficoltà. Tutto ci ha portato ad essere in continua “empatia silenziosa dell’altro”…. noi insegnanti e specialisti dobbiamo essere flessibili alle esigenze emotive e di apprendimento dei nostri bambini”.

Ora ci sono questi mesi estivi, un po’ particolari da viverci. Abbiamo voglia di mare, di giocare, di gelati e di pizze al ristorante ma abbiamo soprattutto il desiderio che a settembre si possa tornare su quei banchi insieme ai nostri amici e a nostri maestri e professori che con il lockdown sono diventati molto più familiari di quello che erano precedentemente.
In questa rubrica metteremo a confronto quello che si aspettano alla riapertura gli studenti rispetto a quello che si aspettano i docenti.
Sarà veramente una scuola senza abbracci, mascherine si o mascherine no, classi dimezzate, ricreazioni all’aperto, plexiglas, amuchina e gli starnuti saranno veramente in grado di terrorizzarci?
Apriremo la rubrica occupandoci di scuola primaria, quindi maestri e scolari scrivetemi e volate con la fantasia e l’ottimismo che siamo noi che dovremo far andare tutto bene!

#FacceCaso

Di Alessandro Radi

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