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Da Sadio Mané a Kasia Smutniak, così i VIP aiutano gli studenti

Da Sadio Mané a Kasia Smutniak, così i VIP aiutano gli studenti

Negli ultimi anni molti personaggi sportivi dello spettacolo si sono impegnati per garantire il diritto allo studio. Tra loro Sadio Mané, ma non solo.

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Negli ultimi anni molti personaggi sportivi dello spettacolo si sono impegnati per garantire il diritto allo studio. Tra loro Sadio Mané, ma non solo…

Mentre qui in Italia ci si interroga su quando e come riaprire le scuole dopo il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19 che ha messo in ginocchio l’intero Paese, in molte altre parti del mondo tanti bambini e ragazzi continuano a combattere per un diritto allo studio che per loro non è sempre scontato.

Per fortuna a sostenerli ci pensano personaggi che spesso consideriamo distanti e quasi insensibili a problematiche “comuni”, ma che altrettanto spesso danno prova di avere un cuore grande quanto il loro portafogli e di riuscire a rimanere umili nonostante i soldi, la fama e il successo.

È il caso della pluripremiata attrice di origini polacche Kasia Smutniak, che 4 anni fa ha aperto, per conto della Onlus Pietro Taricone (intitolata al marito scomparso nel 2010), una scuola in Nepal che accoglie ogni giorno 56 bambini e 6 insegnanti. Un’opera più o meno analoga a quella compiuta dal calciatore del Liverpool Sadio Mané nell’estate dello scorso anno.

Dopo la vittoria della Coppa d’Africa, l’attaccante senegalese ha scelto di trascorre le sue vacanze a Sédhiou, il villaggio dov’è nato e dove ha trascorso la sua infanzia. Lì ha seguito in prima persona i lavori di costruzione di una scuola, sostenendoli con una donazione di 270.000 euro.

Ma torniamo ai giorni nostri per parlare di un collega di Mané, il giovane attaccante del Manchester United Marcus Rashford, a cui è stato conferito l’Honoris Doctorate, il più alto riconoscimento dell’Università di Manchester per chi si contraddistingue in campo sociale.

Rashford l’ha conquistato dopo aver supportato personalmente una raccolta fondi dell’associazione umanitaria Fareshare destinata alle famiglie degli studenti a cui il governo britannico aveva tagliato i buoni pasto gratuiti. Non contento del denaro raccolto (circa 20 milioni), Marcus ha scritto anche una lettera di appello a Boris Johnson in cui faceva leva sulla sua storia personale passata.

Risultato: voucher ripristinati per un totale di 120 milioni di sterline, che verranno suddivise tra tutti gli studenti (oltre 1 milione) che ne hanno bisogno. Un successo che dimostra quanto sia importante l’apporto di questi personaggi, in grado di cambiare le cose anche senza sborsare un euro, solamente mettendoci il nome la faccia e soprattutto l’esempio.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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