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Coronavirus, niente distanza sullo scuolabus se il viaggio dura meno di 15 minuti

Coronavirus, niente distanza sullo scuolabus se il viaggio dura meno di 15 minuti

Secondo le direttive per il rientro a scuola gli scolari potranno salire sugli scuolabus senza mascherina se il viaggio durerà meno di 15 minuti. Era

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Secondo le direttive per il rientro a scuola gli scolari potranno salire sugli scuolabus senza mascherina se il viaggio durerà meno di 15 minuti.

Era filato tutto troppo liscio. Il protocollo di sicurezza approntato dal governo per il rientro a scuola a settembre era troppo ben fatto. Non poteva finire senza la solita ridicola cialtronata a rovinare tutto. E infatti eccola puntuale. Distanza sociale, entrate scaglionate, banchi singoli, lezioni da casa, ma sullo scuolabus tutti insieme senza limitazioni. L’importate è che il viaggio duri meno di 15 minuti.

È questa l’ultima assurdità lasciataci in eredità dalla politica nell’era del Covid-19. Scritta nero su bianco nell’allegato all’ultimo DPCM firmato dal premier Conte sulle linee guida per la ripresa dell’anno scolastico. Alla voce “linee guida per il trasporto scolastico dedicato“.

Una deroga alla distanza di un metro giustificata dalla brevità del tragitto. Come se non fosse sufficiente anche una goccia di sudore per trasmettere il Coronavirus. Vero è che sussisterà l’obbligo di indossare la mascherina, ma pensare che nemmeno per un istante, mentre i ragazzi sono a bordo, questa possa spostarsi è semplicemente utopistico. Perciò ecco un’ulteriore specificazione.

Nello stesso documento ufficiale si legge che è consentita la deroga alla regola del metro “solo nel caso in cui sia possibile l’allineamento verticale degli alunni su posti singoli e sia escluso il posizionamento cosiddetto faccia a faccia“. Adolescenti seduti immobili sui sedili, senza girare nemmeno il collo, con la mascherina ferma sul viso. Un film di fantascienza, praticamente. Non è chiaro però a bordo del pulmino chi sarà delegato al controllo del rispetto delle norme

Una soluzione condivisa tra governo, regioni e comuni in questa direzione era stata fortemente richiesta nei giorni scorsi. C’era la necessità di dare una risposta immediata alle esigenze particolari, per permettere a tutti gli studenti di tornare in classe. Quest’ultima trovata appena descritta, tuttavia, lascia molto perplessi. Oltre che per l’effettiva efficacia al livello di prevenzione, ci sono anche altre questioni da chiarire. Se lo scuolabus dovrà viaggiare a ranghi ridotti dovrà fare almeno due giri per non lasciare nessuno a piedi. Oppure si verificherà l’assalto alla diligenza per accaparrarsi i posti disponibili. E per gli altri, passeggiatina. Oppure ancora la scuola dovrà provvedere all’acquisto di un secondo o terzo mezzo di trasporto. Ma, in questo caso, chi paga?

#FacceCaso

Di Tommaso Fefé

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