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Giovany, c’è un Referendum in arrivo. Informatevi ed ANDATE A VOTARE!

Giovany, c’è un Referendum in arrivo. Informatevi ed ANDATE A VOTARE!

A pochi mesi dallo stato d’emergenza dato dal Covid, ci si ritrova a fronteggiare un’altra importante causa che va oltre le riaperture delle scuole: i

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A pochi mesi dallo stato d’emergenza dato dal Covid, ci si ritrova a fronteggiare un’altra importante causa che va oltre le riaperture delle scuole: il Referendum.

Il giorno 20 e 21 Settembre si è chiamati al voto per un Referendum Costituzionale, ovvero l’autorizzazione da parte del popolo ad inviare al Presidente della Repubblica una legge già approvata dalle camere per entrare effettivamente in vigore.

L’oggetto della nostra approvazione o del nostro diniego consiste nella modifica alcuni articoli della Costituzione con un taglio consistente dei parlamentari, passando dall’avere il parlamento europeo più numeroso a quello con meno deputati.

Ma prima di cambiare o mantenere la “legge delle leggi”, bisogna considerare le conseguenze.

Che succede se voti SI

Votando “Sì” si auspica ad una maggiore efficienza con un maggiore risparmio annuo (circa 58 milioni all’anno) grazie al numero ridotto degli stipendi e dei vitalizi da pagare.

In più si spera nel maggior controllo, per evitare il fenomeno del magna magna, e nella diminuzione dell’assenteismo in sede, considerando che l’Italia vanta il maggior numero di deputati fantasma. Inoltre il sì porterebbe ad un taglio dei senatori casuali, nominati dal Presidente della Repubblica per merito, ed a diminuire l’eccessiva frammentazione dei partiti.

Che succede se voti NO

Invece, con il “No” si contesta l’esclusione dei partiti minori, che sembra risulti antidemocratico e favorisca la casta, ovvero un gruppo sociale chiuso che gode di speciali diritti e privilegi, e per questo si teme una minore rappresentatività per le regioni che hanno un minor numero di abitanti.

Vi ricordo che il nostro sistema elettorale è al 75% maggioritario e al 25% proporzionale, quindi in base alla popolazione di una regione, semplificando, si avrebbe un deputato ogni 151 mila abitanti piuttosto che ogni 96 mila.

Ovviamente, che il parlamento possa funzionare meglio o peggio in uno o nell’altro caso, è a discrezione dei pronostici che ognuno può fare ma nessuno ne ha la certezza assoluta ed è per questo che bisogna prestare attenzione alle fonti informative. Proprio perché la scelta risulta ardua ed ambigua si cerca di fare leva sul consenso o sul diniego, non dando giudizi obiettivi ma tirando acqua al proprio mulino.

Infine, non essendo previsto il quorum, non vi è il bisogno di un numero minimo di elettori affinché passi la legge. Per questo, Giovany, non fatevi prendere dalla pigrizia, riflettete, approfondite, informatevi, confrontatevi ed andate a mettere una crocetta su quella scheda con consapevolezza!

#FacceCaso

Di Alessia Sarrica

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