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Fuori i libri, dentro i tablet: è davvero la scuola del futuro?

Fuori i libri, dentro i tablet: è davvero la scuola del futuro?

Per ridurre ulteriormente il rischio contagio, un istituto milanese ha scelto di introdurre i tablet e di vietare libri e non solo. Funzionerà? Chi p

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Per ridurre ulteriormente il rischio contagio, un istituto milanese ha scelto di introdurre i tablet e di vietare libri e non solo. Funzionerà?

Chi pensava che per tornare in classe in sicurezza fosse sufficiente avere un flaconcino di amuchina in tasca e una mascherina chirurgica davanti la bocca probabilmente si sbagliava. Affinché il rischio di contagio sia minimo è infatti necessario anche rinunciare a qualcosa di ordinario per noi studenti. E vi dico solo che “c’è puzza di tablet”!

All’Istituto “Falcone Righi” di Corsico (Milano), per esempio, la dirigente scolastica Maria Vittoria Amantea, reduce da una positività al Coronavirus durata ben 53 giorni, ha stabilito che a partire dal 14 settembre i ragazzi torneranno in classe, ma lo faranno senza zaini, astucci, libri e penne.

Ma studiare senza libri? Prendere appunti senza penna? Com’è possibile? Risposta semplice: grazie alla tecnologia (e a un pizzico di organizzazione). L’istituto superiore del milanese ha provveduto a fare installare all’interno di ogni aula degli armadietti provvisti di appositi scomparti per ricaricare i PC e i tablet che verranno assegnati ad ogni studente in sostituzione dei libri di testo.

I ragazzi verranno quindi chiamati ad igienizzare personalmente il proprio dispositivo al termine di ogni giornata scolastica e lo stesso dovranno fare con le penne. Non le loro, che rimarranno a casa, ma quelle che la scuola gli fornirà, insieme a dei fogli di carta in formato A4, per prendere appunti.

I fogli in questione, però, non potranno lasciare l’istituto, se non all’interno del sacco dei rifiuti. Gli studenti dovranno infatti fotografare i propri appunti prima di gettarli nella spazzatura e avranno la possibilità di rileggerli soltanto attraverso lo schermo del loro telefono. State tranquilli però, i loro occhi non si stancheranno troppo visto che i libri, proibiti in classe, verranno usati a casa.

Un aspetto questo che allontana il “Falcone Righi” da altri istituti della penisola come ad esempio il “Galileo Galilei” di Roma, che dopo aver stipulato una sorta di partnership con la Apple, ha imposto a tutti i suoi studenti addirittura l’acquisto di un tablet che per molte famiglie potrebbe rappresentare una spesa gravosa.

Sinceramente la soluzione adottata dalla scuola milanese ci convince decisamente di più. Per prima cosa perché non costa nulla ai suoi studenti e in secondo luogo perché, pur sposando la tecnologia, mantiene comunque un legame con la tradizione. Una tradizione rappresentata da quei libri cartacei il cui odore durante il lockdown è finito per mancare un po’ a tutti, anche al ripetente più incallito.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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