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Primo giorno di scuola: ti racconto il mio (e me lo ricordo bene!)

Primo giorno di scuola: ti racconto il mio (e me lo ricordo bene!)

Il primo giorno di scuola. Indimenticabile. Indelebile. Oggi vi racconto il mio, di qualche anno fa. Quando tutto era un po' più normale. Ah, nostalg

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Il primo giorno di scuola. Indimenticabile. Indelebile. Oggi vi racconto il mio, di qualche anno fa. Quando tutto era un po’ più normale.

Ah, nostalgia canaglia… Lo so, così ammetto di aver scritto questo pezzo cantando Al Bano – per questo la mia famiglia ringrazia – ma anche di essere un’inguaribile nostalgica. In tal senso sono immensamente legata ai ricordi, soprattutto se belli, e il mio primo giorno di scuola è tra questi.

Il paese dei balocchi

Non mi devo sforzare troppo per ricordare che il giorno precedente creavo un piano di attacco al pari dell’intelligence britannica, in cui dovevo far rientrare tutto alla perfezione. Dove? Proprio in quel fatidico luogo, odiato da tutti i genitori del mondo perché costretti a trascorrerci indefinite ore della loro esistenza: la cartoleria, il mio paese dei Balocchi! È incancellabile quella mia fierezza trionfante quando uscivo da lì, solo perché ero riuscita ad abbinare in palette il trinomio astuccio-zaino-diario (ed Enzo Miccio muto!) e ad associare a ogni quaderno la sua materia. E adesso un minuto di silenzio per tutti i quadernoni a quadretti avanzati sugli scaffali.

Quella sveglia lì…

La mattina del giorno tanto atteso, prende vita l’interminabile telefonata all’amica del cuore per il giusto look: ore e ore di abbinamenti e preparazioni, che nemmeno la Ferragni alla Milano Fashion Week, distrutte dal classico vestitino ricamato da nonna che mamma aveva preventivamente preparato a mia insaputa, ricordandomi che “…il primo giorno di scuola è importante, non devi fare brutta figura!”.

Il primo banco

Così arrivo al cancello e, tra un bacio rubato ai miei e la fretta del ritardo, mi catapulto su quella lunga scalinata che mi lascia davanti alle porte di questo nuovo mondo: la mia classe. Il resto è storia perché ogni sorriso, parola, gesto e persona, da quel momento in poi avrebbe inconsciamente costruito il mio bagaglio emotivo, che ancora porto dentro e che definisce la persona che sono oggi. Quindi non mi resta che augurarvi di vivere con la stessa intensità (e un vestito con meno pizzo e merletti) il vostro giorno, perché tutto avrà inizio da qui.

Allora buon primo giorno di scuola mini-me!

#FacceCaso

Di Eleonora Santini

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