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Matricole in aumento a Roma: il Covid (a quanto pare) non fa paura

Matricole in aumento a Roma: il Covid (a quanto pare) non fa paura

Le università della Capitale fanno registrare un autentico boom di iscrizioni. L'aumento delle matricole smentisce i timori per il Covid. Coviddi ce

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Le università della Capitale fanno registrare un autentico boom di iscrizioni. L’aumento delle matricole smentisce i timori per il Covid.

Coviddi ce n’è, ma non fa paura. Almeno non ai tanti che a Roma hanno deciso comunque di iscriversi all’università. Il perdurare della pandemia aveva fatto credere nei mesi scorsi che ci sarebbe stato un crollo nelle nuove iscrizioni. Invece gli atenei capitolini registrano tutti un consistente aumento di matricole, smentendo i timori. A differenza di altri paesi, evidentemente la crisi economica, gli spostamenti limitati e il Coronavirus non scoraggiano le nuove generazioni dal proseguire il percorso di studi per il loro futuro.

Nei dati spicca l’aumento tra il 20 e il 30%, a seconda dell’istituto, degli studenti fuori sede. Il che ha contribuito molto all’impennata registrata nella Capitale, percepita come “più sicura” rispetto a Milano, ad esempio. E anche se i recenti dati sulla diffusione del contagio nel Lazio non sembrano più così confortanti, ormai la scelta delle matricole è fatta.

Nel dettaglio a Tor Vergata su più di 30000 iscritti totali, 5276 sono nuovi. Diminuiscono del 10%gli stranieri ma aumentano del 27% quelli provenienti da altre regioni. Per lo più, in ordine decrescente, da Campania, Puglia e Sicilia. Il secondo ateneo romano ha perciò deciso di dare priorità proprio ai neo-iscritti nell’organizzare le lezioni in presenza. Inoltre ha anche alzato la soglia di esenzione dalle tasse universitarie da 20 a 26 mila euro di ISEE.

Più generalizzato ed eterogeneo l’incremento registrato dalla Sapienza. 13638 matricole quest’anno, contro le 9775 dell’anno scorso, con un +40% dalla regione e un boom da Abruzzo (+58%) e Calabria (+70%). Ma tanti hanno deciso di trasferirsi anche dal nord per venire a studiare nella storica università dell’Urbe. Passano da 9 a 27 gli studenti del Friuli Venezia Giulia, da 12 a 26 i trentini, da 34 a 76 gli emiliano-romagnoli. Anche dalla Toscana l’aumento è sensibile, da 79 a 135.

Aspettiamo ancora i dati definitivi – Ha dichiarato al Corriere della Sera il rettore Eugenio Gaudiochiuderemo le iscrizioni il 4 novembre, ma con questi numeri possiamo certamente dirci più positivi di quanto non pensassimo a inizio pandemia“. I motivi di questo exploit sono principalmente due secondo il suo punto di vista: “Gli incentivi del governo, che noi università abbiamo tradotto in politiche di sgravi e aiuti, soprattutto per i fuori sede. E poi l’invito più volte indirizzato ai giovani a non lasciarsi abbattere o spaventare dal momento storico. In questo senso è stato molto importante dare precedenza alle matricole nelle attività in presenza“.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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