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Sicilia in ballo tra arancina o arancino: ecco come mi vivo la zona rossa

Sicilia in ballo tra arancina o arancino: ecco come mi vivo la zona rossa

Dagli aranci alle arancine, la Sicilia è finita prima nella zona arancione, poi in quella rossa: non è che la fame l’ha fatta un po’ confondere minist

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Dagli aranci alle arancine, la Sicilia è finita prima nella zona arancione, poi in quella rossa: non è che la fame l’ha fatta un po’ confondere ministro?

Nell’inverosimilmente ancestrale periodo che precedette il Covid, il capoluogo della Sicilia stava abbracciando i numerosissimi turisti che ne hanno sempre alimentato l’economia. Tra il cibo di strada e l’arte, i giovani sperimentavano il contatto con gli stranieri attraverso i soliti lavoretti stagionali e diffondevano, allo stesso tempo, la tipica calorosa accoglienza mediterranea.

Adesso non è più così. In un novembre spento e con i bar aperti solo all’asporto, mentre si tende a ricordare una Palermo precedente forse un po’ troppo ottimistica, ove moltissimi decidevano anche di partire alla ricerca della propria identità o di una fortuna che la madrepatria non potesse donargli.

Sarà per l’arretratezza rispetto ad altre regioni?

Eppure si intravedono solo persone del luogo sulle terrazze della maestosa cattedrale, desiderose magari di brivido alla vista del paesaggio o di assaporare quell’arte viscerale che scorreva tra i nostri occhi al passaggio dal centro.

Ora che il centro sembra sempre più irraggiungibile dai più giovani, costretti a prendere degli autobus dai posti dimezzati, gli stessi veicoli che un tempo potevano essere scambiati per un barattoli di sardine o dei fantasmi, dato il limitatissimo numero di corse.

Forse allora la sospensione della didattica in presenza, non è stata una pessima idea, a meno che non si desiderasse che i ragazzi riuscissero a tornare a casa in tarda serata…

In più moltissimi, prima, sarebbero andati a studiare fuori dalla madrepatria isolana, raggiungibile con un aereo che spesso e volentieri costa troppo per poter andare e tornare, così, in balia di mezzi lockdown, ci si ritrova spiattellati in una realtà tra nessuna speranza e la lontananza.

E sì ragazzi, quelle palle tonde di riso alla carne o al burro si chiamano arancine, al femminile, quelle a punta (tipiche catanesi) sono gli occhi arancini, al maschile.

Ma ogni siciliano, indipendentemente se chiami arancina o arancino (traditori), sa in cuor suo che le disposizioni di Conte non dovrebbero essere poi così drastiche. Si è sempre saputo che le terapie intensive tracollano normalmente, e adesso alcuni ospedali sono stati trasformati in terapie full Covid che sottraggono spazio ad altri che necessitano della medesima cura.

Si prediligono le cliniche private, piuttosto che gli ospedali pubblici, per quanto non tutti possano permetterseli, e ci si accontenta del solito collasso ospedaliero. Ma siamo sicuri che Conte abbia sbagliato tutto?
Forse prevenire e stringere i denti è meglio che curare.

#FacceCaso

Di Alessia Sarrica

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