La musica, da sempre principale alleata dei giovani, per catarsi o per passione, si avvicina sempre più al campo terapeutico, dall’essere una forma d’
La musica, da sempre principale alleata dei giovani, per catarsi o per passione, si avvicina sempre più al campo terapeutico, dall’essere una forma d’arte alla psicologia ed alla chirurgia ma andiamo per gradi …
Quando si parla di musica subito ci ricordiamo i bei tempi dei concerti e riaffiora anche quel periodo d’isolamento adolescenziale che abbiamo avuto tutti, in cui stavamo 24h su 24 con le cuffiette a palla, ringraziando il nostro povero udito che non ci abbia punito con fischi e ronzii particolarmente fastidiosi, come l’acufene.
Eppure, da quando è nata la psicologia come scienza ufficiale, sono stati condotti numerosissimi esperimenti riguardanti tante sfere: una di queste è il rapporto tra l’udito, la musica e le parti cerebrali stimolate da questa.
Basti pensare che già, nel 1933, due ricercatori americani (Shaw e Rauscher) hanno fatto ascoltare la “Sonata a due pianoforti in re maggiore” di Mozart a diversi studenti, facendogli fare il test di intelligenza spaziale di Stanford-Binet.
Nature
Senza scendere nei particolari dell’esperienza, venne pubblicato il risultato dell’esperimento su Nature, una delle più importanti riviste scientifiche esistenti, e questo fenomeno venne chiamato l’Effetto Mozart; difatti, i soggetti, hanno avuto un miglioramento nelle prestazioni al test, rispetto a quelli che non avevano ascoltato nulla.
Peccato però che non è un effetto duraturo, e non funziona su tutti, ma il miglioramento dell’umore è di certo testato.
Così la musica classica sbarca nella chirurgia, infatti recentemente, ad Ancona, un bambino di 10 anni è stato operato al midollo spinale con un sottofondo pianistico suonato da Emiliano Toso direttamente in sala operatoria.
Frequenza di guarigione
La particolarità sta nel pianoforte: accordato alla frequenza di guarigione; per intenderci, il pianoforte emanava le stesse vibrazioni sonore che si trovano in natura. Sarà ora di rivalutare la musica come terapia per l’umore e per la salute?
D’altra parte, anni fa, molti tirocinanti alle accademie musicali del nord, andavano a suonare negli ospedali, abitudine che poi si è persa strada facendo; ma non sarebbe bello se venisse introdotta, a livello nazionale, la possibilità di tirocinio negli ospedali anche per i laureandi in musica?
Non sarebbe un’esperienza imperdibile? Che arricchirebbe soprattutto a livello umano?
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