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Scuola, dalla “bolla” di Orlando alla “ bolla” di Lecco è un attimo

Scuola, dalla “bolla” di Orlando alla “ bolla” di Lecco è un attimo

Oggi parliamo di una scuola di Lecco che ha provato ad emulare la “bolla” NBA di Orlando. Ecco com'è andata e perché non ne vedremo molte altre. Se d

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Oggi parliamo di una scuola di Lecco che ha provato ad emulare la “bolla” NBA di Orlando. Ecco com’è andata e perché non ne vedremo molte altre.

Se dico “bolla”, a rigor di logica, dovrebbero venirvi in mente 3 cose: la bolla di accompagnamento, le bolle che ci spuntano continuamente sul viso e infine la NBA Bubble, il sistema che, a dispetto della pandemia, ha permesso alla massima lega di pallacanestro statunitense di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020.

La “bolla” NBA ha avuto infatti una risonanza mediatica mondiale ed è stato un autentico successo dato che in tre mesi, al suo interno, non vi è stato neanche un contagio da Covid-19. Per questo, si è pensato di applicare questo modello anche ad altri contesti, come ad esempio il calcio e…la scuola.

In quest’ultimo caso, poi, c’è anche chi è passato dalla semplice teoria alla pratica vera e propria. E udite udite, è successo anche in Italia. Dal 30 di novembre al 19 dicembre, gli studenti del Centro di Formazione Professionale Alberghiero di Casargo (Lecco), dopo aver effettuato un tampone, hanno infatti vissuto all’interno dell’istituto, completamente isolati dall’esterno, per ben tre settimane.

Esperimento riuscito? Direi di sì, dato che, esattamente come nella “bolla” NBA, non c’è stato alcun contagio. Dunque potrebbe essere replicato anche in altre scuole? Ni. In fondo la Ministra Azzolina non ha mai prospettato quest’ipotesi e i motivi sono facilmente intuibili.

Sebbene la voglia di trovare in fretta una soluzione che consentirebbe ai ragazzi di tornare in classe in totale sicurezza sia tanta, c’è da dire anche che la maggior parte degli istituti italiani, al momento, non è ancora attrezzata per ospitare delle “bolle” (ci vorrebbero posti letto, docce, cucine…). In più, ci sarebbe il discorso “saudade”. Ovvero, i ragazzi sono già tutti pronti per vivere lontano da casa?

La risposta probabilmente è no. D’altra parte, prima della “bolla”, gli studenti di Casargo dormivano già all’interno dell’istituto dal lunedì al venerdì; per loro si è trattato semplicemente di fermarsi 4/5 giorni in più. Per questo e per tutta una serie di altre problematiche l’idea della “bolla” per gli altri è destinata a rimanere soltanto un’idea, inapplicabile nel presente. In futuro però chissà, mai dire mai.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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