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Ylyne, l’ “alter ego elettronico” di Frank Martino a cui ho fatto caso

Ylyne, l’ “alter ego elettronico” di Frank Martino a cui ho fatto caso

Ylyne è il nome d’arte con cui è conosciuto Frank Martino quando veste i panni del producer di musica elettronica (in altre occasioni veste quelle di

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Ylyne è il nome d’arte con cui è conosciuto Frank Martino quando veste i panni del producer di musica elettronica (in altre occasioni veste quelle di uno stimato compositore e jazzista, tanto per non poter essere accusato di scarsa poliedricità).

Il 16 aprile uscirà il nuovo album di Ylyne, intitolato ODM (Odd Dance Music, acronimo che ci siamo fatti spiegare dall’artista stesso), e come ultima anticipazione il producer ha pubblicato un singolo intitolato Welcome Home (Sanitarium), a dire il vero una cover del celebre brano dei Metallica, in collaborazione con Luca Scaggiante che ha cantato le parti vocali.

Più che di una cover si tratta però di un rework del tutto originale, dato che della canzone primigenia resta ben poco, scomposto in una serie di loop, beat e suoni elettronici.

Ecco cosa ci ha raccontato Ylyne a proposito di questo brano e dell’album in arrivo!

Ciao Frank! Partiamo da una frase che mi ha molto colpito leggendo le informazioni relative al tuo nuovo brano, Welcome Home (Sanitarium). Dici che si tratta di un brano che “per titolo e tematiche peraltro si colloca perfettamente nell’atmosfera dell’anno appena concluso, fungendone anche da ideale chiusura”. Ci spiegheresti meglio questo pensiero?
Ciao! Ho lavorato a questo brano insieme a Luca Scaggiante, che lo ha cantato, nel 2013, realizzandone una prima stesura, inedita fino ad ora senza un motivo ben specifico. Quest’anno, viste le circostanze che ci hanno portato a stare chiusi in casa, ho avuto modo di rimettere le mani sul materiale vecchio, con l’idea di rielaborarlo. Appena ho riascoltato il rework di Welcome Home, ho capito di volerlo inserire a tutti i costi nel disco, proprio per il significato che ha. Il testo originale fa riferimento a un paziente psichiatrico, una condizione molto diversa da quella in cui la maggioranza di noi si trova, ma che ha comunque tanti punti di contatto con il lockdown forzato. Il “Sanitarium” presente nel testo ha comunque una chiara valenza metaforica.

 

Come hai scelto questo brano, un classico del metal, per farne una tua rielaborazione? Non hai temuto di affrontare e cambiare in modo così radicale una canzone di “mostri sacri” come i Metallica!
Assolutamente sì. In generale, le pochissime volte che affronto una cover scelgo brani molto specifici, realizzati da artisti che mi hanno segnato e che solitamente sono dei classici inarrivabili nel loro ambito. Appunto perché non avrebbe senso proporre una versione stilisticamente simile, per un brano che ha raggiunto l’apice del genere, lo stravolgimento totale per me è assolutamente necessario: credo sia anche una sorta di “forma di rispetto” per l’autore. Il timore di fare errori o scelte di cui ci si pente è molto alto, per questo motivo tratto poco le cover, e quando le affronto ci investo molto più tempo di quello che dedico ai brani originali.

Si può dire che l’unico vero e proprio punto in comune tra la canzone originale e la tua versione sia il testo del brano e in parte le linee in vocali. Come hai approcciato la fase creativa di questa rivisitazione?
L’interpretazione del testo e della linea vocale l’ha curata principalmente Luca, anche se ovviamente ci siamo confrontati parecchio, prima di trovare la quadra per noi soddisfacente. Rispetto alla prima versione del 2013, ho lavorato sui beats e gli arpeggiatori che utilizzo spesso all’interno del mio stile, ma l’idea di riportare il brano verso l’andamento “ballad ossessiva” era presente fin da subito.

Tu sei uno stimato musicista jazz ma anche un innovativo produttore di musica elettronica. Con questo brano ti scopriamo anche “metallaro”? Si fermano qui le tue influenze e i tuoi ascolti o hai ancora qualche sorpresa in serbo se spulciamo nella tua cronologia di Spotify?
Eheh, credo di aver reso privata la mia cronologia, ma puoi provare… forse ci scoprirai le canzoncine dello Zecchino d’Oro per le mie figlie. Comunque, da chitarrista ho anche un passato metallaro, di cui i Metallica ovviamente fanno parte. Ma le mie influenze sono molto varie e spesso totalmente contrastanti, almeno in apparenza. Mi hai ricordato il momento in cui, da studente, prestai la chiavetta USB con la musica a un compagno di corso abbastanza purista del jazz, che avrebbe voluto tirare giù dei dischi dalla mia libreria: un semplice scambio. La faccia che fece aprendo la cartella rimase negli annali.

Welcome Home (Sanitarium) è l’ultimo singolo prima dell’uscita del tuo prossimo album (16 aprile), intitolato ODM, ovvero l’acronimo di Odd Dance Music. Ci chiariresti meglio il concetto che sta dietro a questo termine?
È fondamentalmente un gioco di parole derivato dalla compresenza, all’interno dei miei brani, di sonorità appartenenti alla dance music e ritmi complicati, spesso conditi da tempi dispari (odd times).  

Ultima domanda: come ci sei finito a fare l’ospite fisso delle dirette Facebook della pagina satirica Giovanni all’heavy?Eheheh, diciamo che prima ancora di essere un musicista sono un grandissimo cazzaro. Si può dire cazzaro? Vabbè, ormai l’ho detto. Da anni firmo meme di satira musicale con il nome Il Musicista che Avanza, che spesso fanno il giro di noi musicisti. Un giorno di qualche anno fa Giovanni, che li aveva visti, mi contattò su Facebook, ci siamo scambiati i numeri e siamo diventati amici. Durante il lockdown di marzo 2020 ci siamo detti “Ma perché non facciamo delle dirette per tirarci sù il morale?” Non lo facemmo subito, ma partimmo a ottobre con un ritardo di sei mesi. Dunque con un pizzico di orgoglio, rivendico il ruolo di autore/conduttore delle dirette, piuttosto che ospite fisso, ahahah. Da poco ho aperto una pagina instagram, @ilmusicistacheavanza: fateci un salto se vi va di scoprire anche questa parte di me, che in questo periodo mi sta risollevando parecchio il morale.

#FacceCaso

Di Giorgia Groccia

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