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A scuola anche in estate giovany? Beh, se lo dice Draghi…

A scuola anche in estate giovany? Beh, se lo dice Draghi…

Fa discutere l'idea avanzata in questi giorni di prolungare la scuola fino in estate. Ma se lo dice Draghi, invece dell'Azzolina, ci sono più consensi

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Fa discutere l’idea avanzata in questi giorni di prolungare la scuola fino in estate. Ma se lo dice Draghi, invece dell’Azzolina, ci sono più consensi.

Il governo Draghi non è ancora nato e già il mondo della scuola prepara le barricate. Sta facendo molto discutere in questi giorni la voce – perché per ora solo di questa si può parlare, in effetti – secondo cui il Presidente del Consiglio incaricato starebbe pensando, tra i primi provvedimenti del nascente esecutivo, ad un prolungamento del calendario scolastico fino ad estate inoltrata. Per recuperare il tempo perso, si dice. Perché la didattica a distanza non ha potuto surrogare in tutto e per tutto le ore di lezione in presenza, sotto il punto di vista del programma didattico. E le molteplici difficoltà di cui si è tanto parlato in questi mesi hanno rallentato l’apprendimento un po’ ovunque.

Appena la proposta si è affacciata nel dibattito pubblico, apriti cielo. Il troppo caldo, l’eccessiva mole di lavoro per i ragazzi, i professori e i collaboratori scolastici, lo slittamento degli esami, sono solo tre dei tanti punti su cui si consuma la faida tra chi sostiene che sia giusto, “perché tanto a casa gli insegnanti non hanno certo faticato come chi è andato in ufficio“, e chi invece dice che sia assolutamente sbagliato “perché la pausa estiva è un diritto“.

Tesi estreme ed egualmente infondate, ma non certo romanzate. Piuttosto, edulcorate, visti i toni che si leggono su molti post social. Probabilmente la questione merita discorsi più approfonditi, non volgari zuffe on line, montante sulla base di indiscrezioni nemmeno del tutto verificate. Dichiarazioni ufficiali di Draghi sul tema non risultano da nessuna parte.

In tutto ciò, però, quello che salta di più all’occhio in questa vicenda non è tanto la questione in sé, vista la mancanza – al momento – di ogni concretezza, quanto il fatto che non si tratti di una novità.

Due pesi e due misure

Una proposta simile, infatti, era già stata avanzata ad inizio dicembre da Lucia Azzolina. Una copiatura, quindi, quella dell’ex numero 1 della BCE? Il web ci sta ironizzando molto, ma il punto è che due mesi fa ci fu una levata di scudi collettiva da parte di sindacati, famiglie, politica, oltre che – gli unici rimasti per lo più coerenti – studenti e docenti. Anche il racconto mediatico di allora, rileggendo i titoli di alcuni giornali, appariva più critico. Oggi invece il solo fatto che (pare) sia stato Mario Draghi a (ri)proporre l’idea, le ha già fatto assumere un contorno più valido. Come insegna il Piccolo Principe

Una volta un astronomo vestito in costume turco fece una grande dimostrazione. Ma nessuno lo aveva preso sul serio. I grandi sono fatti così. Lo stesso astronomo rifece la sua dimostrazione presentandosi con un abito molto elegante. E quella volta tutto il mondo fu con lui.

Se non un appoggio vero e proprio, si rivela molta più asetticità nel riportare la notizia. Soprattutto si leggono da più parti, nei commenti e nei discorsi, molti più segnali di assenso o, almeno, di comprensione dei motivi che potrebbero portare a una simile decisione. La risolutezza che avrebbe un simile provvedimento nell’affrontare il problema sembra particolarmente apprezzata. E diversi partiti, prima strenuamente all’opposizione del governo di cui faceva parte l’Azzolina, oggi non si sono pronunciate in maniera altrettanto nettamente contraria verso, di fatto, la medesima proposta.

Insomma, nonostante Draghi si sia già inimicato buona parte del mondo della scuola prima ancora di insediarsi, pare possa comunque contare, a differenza di tanti suoi predecessori, sulla sponda una larga fetta dell’opinione pubblica e politica, che si fida di lui a prescindere. A questo punto, visti i due pesi e le due misure, beato chi sarà nominato a capo del Miur.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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