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Il backstage di alcune delle canzoni di Natale più famose di sempre

Il backstage di alcune delle canzoni di Natale più famose di sempre

Le canzoni natalizie sono da sempre parte di questo periodo decembrino e superano religione e credenze, diventando parte della cultura pop a tutti gli

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Le canzoni natalizie sono da sempre parte di questo periodo decembrino e superano religione e credenze, diventando parte della cultura pop a tutti gli effetti.

Ogni anno vengono rilasciati canzoni originali, come il nuovo giocoso (e molto attuale) “masked christmas” (natale con la mascherina) di Jimmy Fallon, Ariana Grande e Meghan Thee Stallion, album natalizi e cover delle hit più famose.
Fra queste ultime troviamo le immortali “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey del 1994, che ogni dicembre scala le classifiche tornando al primo posto delle canzoni più ascoltate in quasi tutti i Paesi del mondo.

Inoltre da quando è stata aggiunta su spotify ha raggiunto il miliardo di ascolti e fa fatturare alla cantante americana annualmente circa 600mila dollari; “Last Christmas” del duo pop britannico Wham!, hit sin dalla sua uscita nel 1984,anno in cui nonostante vendette un milione di copie rimase secondo in classifica, bloccato da “Do they know it’s Christmas?” della Band Aid.

Il brano di George Micheal ha ispirato intorno il 2010 sui social un gioco chiamato Whamageddon (Wham+Armageddon) che consiste nell’evitare di sentire il classico di natale il più possibile. Il gioco inizia il primo dicembre e finisce il 24 a mezzanotte. Appena si riconosce la canzone originale si è fuori e si deve postare sui social media #whamageddon.

Chi viene eliminato finisce nel Whamhalla, parodia del Valhalla ovvero l’oltretomba nella mitologia scandinava.
Tornando a “Do they know it’s Christmas”, fu un singolo rilasciato per raccogliere fondi per la carestia in Etiopia del 1984 che vide la partecipazione dei rappresentanti del British Pop di quell’epoca tra cui George Michael, Bono, Sting, Duran Duran e Bananarama. Attraverso le vendite del brano e la raccolta fondi si ricavarono circa 28 milioni di dollari.Ispirò poi l’iconico Live Aid del 1985.

Nonostante le buone intenzioni questa è in realtà conosciuta per essere la peggior canzone di Natale mai registrata, con una melodia inascoltabile ai giorni d’oggi. Per non parlare del testo, cantato prevalentemente da cantanti maschi bianchi con poca rappresentanza nera e femminile.

“There won’t be snow in Africa this Christmas time, The greatest gift they’ll get this year is life” assumendo che l’intero continente sia in povertà e in difficoltà, visione tipica ed ignorante dell’Occidente;
“Well tonight thank God it’s them instead of you” assomiglia molto ad un “meglio loro che noi”.
La canzone sembra elevare così l’uomo bianco a salvatore di un Paese in difficoltà ridotto in condizione di vittima.

Infine vi sfido a leggere il testo di “Baby,it’s cold outside” del 1944 con gli occhi del ventunesimo secolo, sperando che capiate cosa c’è che non va nelle continue insistenze dell’uomo sulla donna che chiede anche “what’s in the drink?”, conoscendo il drink spiking, ovvero l’atto di aggiungere droghe nelle bevande di nascosto per poi perpetrare una violenza sessuale.

Le controversie nascono staccando queste canzoni dal proprio contesto storico e sociale di origine e reinterpretandole con il punto di vista dei nostri tempi, quindi non bisogna prendere troppo seriamente parola per parola ma è bene saperne il significato.

#FacceCaso

Di Alice Fuschiotto

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