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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Forse Danzica

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Forse Danzica

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Forse Danzica a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo sin

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Forse Danzica a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.

E’ uscito giovedì 13 gennaio 2022 in distribuzione Believe Digital il nuovo singolo di Forse Danzica dal titolo Noir. Un nuovo capitolo electro-pop dalle venature post-punk del progetto di Matteo Rizzi dedicato a tutti quelli che, almeno una volta, si sono sentiti immersi nel sentimento dello spleen.

Noir è la nuova colonna sonora dell’isolamento milanese e Matteo Rizzi lo racconta così:

“La cosa che mi è sempre piaciuta dell’immaginario noir è che in un certo senso i protagonisti di quei film sono le vittime. Questa canzone è stata scritta in un momento in cui mi facevo molta tenerezza, quasi pena, che è una cosa che detesto, in cui quindi mi sentivo una vittima per varie ragioni. Parla in ogni caso di spleen, noia, nevrosi, angoscia, ma anche di richiesta di comprensione e di compassione, a partire dall’idea claustrofobica di una stanza opprimente e angosciante, da dove vorresti scappare, ma oltre alla quale non hai nulla, perché quella stanza è in realtà tutt’uno con i tuoi pensieri”.

Non abbiamo resistito e ne abbiamo parlato direttamente con lui.

Di cosa parla Noir, il tuo ultimo singolo e com’è andato il tuo isolamento milanese?
Parla di noia, nevrosi e claustrofobia esistenziale. Il mio isolamento milanese è andato piuttosto male, tutt’ora non trovo aspetti positivi, ha amplificato la mia inclinazione alla solitudine e all’asocialità e mi ha tolto tantissime energie mentali. In cambio ho scritto della musica che piano piano pubblicherò, ma non sono mai riuscito a vedere i bicchieri mezzi pieni.

C’è un collegamento tematico con il precedente singolo “Seta”?
Si, Seta è più romantica e lirica, Noir è un po’ più nevrotica e morbosa, ma entrambe in fondo parlano di solitudine, mancanze e incapacità di stare con sé stessi.

La dark wave sembra non andare più di moda da un po’, perchè ti è rimasta dentro?
Non sono del tutto d’accordo sul fatto che non vada di moda, dipende tanto a che pubblico ci si riferisce e in che modo. In ogni caso non mi sono mai posto il problema se una cosa fosse di moda o meno. E comunque Noir è il pezzo più vicino alla dark wave, ma fa parte di un percorso che mi sta portando verso territori più difficili credo da definire.

Cosa puoi anticiparci del tuo EP in arrivo?
Avrà sei pezzi e un nome che ha a che fare con la luna. I pezzi che arriveranno saranno via via sempre più introspettivi. Noir è il momento meno cupo di tutto l’EP.

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo lasciarti andare senza chiederti qualcosa in più sul tuo percorso scolastico.
Mi sono diplomato al liceo linguistico, dove ho studiato tedesco e spagnolo; mi sono laureato in Lettere alla Statale di Milano con un fastidiosissimo 109 e una tesi in filosofia del linguaggio; attualmente, dopo due anni di crisi in cui non sapevo bene che magistrale fare, ho scelto di finire Lettere Moderne.

#FacceCaso

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