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Guerra in Ucraina: non solo una crisi umanitaria ma anche ambientale

Guerra in Ucraina: non solo una crisi umanitaria ma anche ambientale

Migliaia di vittime, feriti e due milioni di profughi, aumento dei prezzi della benzina, del gas, del pane, delle patate e come se non bastasse questa

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Migliaia di vittime, feriti e due milioni di profughi, aumento dei prezzi della benzina, del gas, del pane, delle patate e come se non bastasse questa guerra sta causando anche una catastrofe per l’ambiente.

L’Ucraina secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è uno dei Paesi più inquinati d’Europa. Questo è dovuto dall’alta industrializzazione, dalle numerose centrali energetiche e dalle miniere presenti sul territorio. Non a caso l’aria è classificata mediamente pericolosa. Ma con questa guerra, le cose potrebbero cambiare…

Già dal 2018 la situazione del Donbass era critica dal punto di vista ambientale : una zona ricca di giacimenti di carbone, dove nel sottosuolo sono stati scavati tunnel che fanno sprofondare il terreno liberando sostanze chimiche. Questo porta ad un alto rischio di contaminazione delle acqua idriche. In molte in realtà già altamente inquinate. Per esempio solo la scorsa estate sono stati versati più di seimila tonnellate di scarti industriali nel Dnipro.

In aggiunta, la parte orientale dell’Ucraina ospita più di 170 impianti chimici ad alto rischio ed in più di un centinaio usano materiali radioattivi. La guerra sta portando con sé non solo distruzione, vittime e feriti ma anche molto del lavoro che il Paese stava cercando di fare nel campo dell’energia rinnovabile.

Negli ultimi anni ha investito circa 12 miliardi di dollari in questo settore ed entro il 2035 la produzione di fonti rinnovabili avrebbe dovuto raggiungere il 25% dell’energie consumate (nel 2021 era di 12.5% ). Sfortunatamente i bombardamenti russi hanno distrutto almeno la metà delle strutture costruite per la transizione energetica voluta dal Governo. Inoltre gran parte delle capacità energetiche da fonti eoliche, impianti solari e centrali a biomasse sono situate in una delle zone dove il conflitto è più violento e pesante, ovvero la zona a sud di Odessa.

Una delle paure più grandi è che la Russia possa colpire uno dei 15 reattori nucleari sparsi sul suolo ucraino. Questi bombardamenti inoltre, e il crollo degli edifici provocano un grande sollevamento di polveri sottili che inquinano – ulteriormente – l’aria.

Incombe anche la minaccia del nucleare, Chernobyl e Zaporizhzhia sono le centrali nucleari ormai in mano ai russi e non trasmettono più dati. Oltre a questo e l’inquinamento dell’acqua, bisogna considerare anche le enormi quantità di CO2 emesse dagli eserciti. A partire dalle ingenti quantità di carburante, usano armi che hanno un costo ambientale in termini di produzione, trasporto e smaltimento.

Per intenderci, un mese di guerra provoca emissioni di CO2 simili a quelle annuali di una città come Firenze.

Per non parlare delle conseguenze per quanto riguarda la biodiversità.
L’Ucraina possiede il 35% di quella totale europea, sono circa 70.000 specie animali e vegetali, di cui 1.400 protette.
Sempre secondo la Conflict and Environment Observatory, i danni ambientali per la salute umana saranno evidenti per diversi anni dopo il cessate il fuoco.

#FacceCaso

Di Alice Fuschiotto

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