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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo album dei Dejawood

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Dejawood a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.

Esce venerdì 6 maggio 2022 “Alti momenti di crisi”, l’album di debutto dei Dejawood, fuori su tutte le piattaforme digitali per Pioggia Rossa Dischi. Finalmente il capitolo definitivo per la band di stanza a Roma che segue i singoli “Trenchtown”, “Uroboro” e il più recente “Simbolo”. Un disco che contiene i primi due anni del progetto musicale, nato nel più complicato dei periodi, e qui rappresentato dalla focus track “Intrisi”, il primo brano, che racchiude in sè tutte le sonorità dell’album: analogiche ed elettroniche, il sound desertico e quello urban, un racconto di una notte all’eccesso, tra luci ed ombre, in cui i momenti di lucidità si mescolano a percezioni incerte.

Come sempre, abbiamo chiesto loro riguardo il loro percorso scolastico, ed alti momenti di crisi. Ecco com’è andata!

Questo sito è dedicato agli studenti, quindi inizieremo quest’intervista chiedendovi qual è stato il vostro percorso scolastico.
Matteo e Luca sono usciti dallo scientifico ed Andre dall’istituto tecnico per Geometri.

E che cosa significa studiare musica oggi? Qual è stato il vostro primo approccio con gli strumenti? Ed è vero che studiare musica uccide la creatività?
Wow questa è la domanda del secolo per quanto riguarda l’arte e l’artista. Sai, non c’è una regola universale. Il mondo dell’arte e della musica nello specifico è piena di esempi di prodigi accademici e geni autodidatti. Noi abbiamo studiato in gioventù musica e strumento il che sicuramente ci dà delle basi solide su cui poi costruire il nostro estro. Quindi no, lo studio non uccide la creatività, assolutamente no!

C’è un filo conduttore che lega tutti i brani del vostro album di debutto “Alti momenti di crisi”?
Si c’è un filo che lega i brani dell’album dal primo all’ultimo. È qualcosa però che non sappiamo spiegare bene perché è venuto naturale e senza preconcetti. Il titolo però racchiude davvero il legante.

Perchè questo titolo pessimista come primo approccio al mercato discografico?
Per esorcizzare tutte le angosce della nostra generazione. Viviamo da anni ed anni in emergenza, in crisi… la pandemia ha segnato una linea dentro di noi e dovevamo tirare fuori tuttoper stare almeno un pochino meglio. Così il titolo, a ricordarci che fuori è brutto tempo, ma che dentro qualcosa di assolato c’è.

Avete già prenotato per le vacanze?
Si ci muoveremo tra i Fiordi norvegesi e il Portogallo. Chissà se poi anche last minute riusciremo ad improvvisare altre mete.

#FacceCaso

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