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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di IononsonoeriKa

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di IononsonoeriKa

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è IononsonoeriKa a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.

É uscito mercoledì 9 novembre 2022 “Lividi di Gioia”, il nuovo singolo dell’atipica cantautrice IononsonoeriKa che avevamo già conosciuto al suo esordio estivo, con il brano “Trentagiga”. Un nuovo capitolo che è anche un piccolo orgoglio nazionale, perchè è stato scelto per la colonna sonora della nuova stagione di The Kardashians, disponibile su Disney Plus e Hulu.

Prodotta dai fedeli Alex Marton e Damiano Ferrari per Firstline Production e Gabesco Publishing è una canzone che serve a dare forza, una canzone che fa guardare alle nostre ferite con occhio nuovo: ascoltiamo questo brano tutte quelle volte in cui ci dobbiamo ricordare di dare nuovo significato alle cicatrici che abitano nella nostra pelle.

Senza lasciarci sfuggire il suo percorso scolastico, le abbiamo fatto qualche domanda, ecco com’è andata!

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico?
Ho frequentato il liceo linguistico, ho studiato inglese, francese e tedesco, all’epoca ero super appassionata di lingue. Poi quando si è trattato nel fare la scelta universitaria, ero indecisa tra design di interni, scienze della comunicazione o beni culturali, alla fine la scelta è stata beni culturali. Ero convintissima della mia scelta, ero convintissima avrei fatto la guida turistica, il primo anno andato alla grande, stavo bene, poi è successo quello che è successo, è arrivato il covid, il lockdown e le conseguenze sono state destabilizzanti per tutti noi, in vari modi.
Per me è stato destabilizzante, nel senso che non riuscivo più a studiare, ma allo stesso tempo rigenerante quel periodo perché ho iniziato a vedere la musica non più come passatempo ma come invece quello che volevo fare nella vita, ho capito che non era solo una passione, quanto la mia vocazione.

Cosa ha fatto in modo che potessi fidarti di Alex Marton e Damiano Ferrari? C’è qualcosa su cui non eri d’accordo ma che a posteriori si è rivelata una buona scelta?
In ordine cronologico ho conosciuto prima Damiano, e mi sono trovata subito bene a livello lavorativo e personale, poi anche con Alex è accaduta la stessa magia.
Io credo che ci siano delle persone con cui a pelle capisci subito se ti trovi bene, e con loro è successo così. Per quanto riguarda la fiducia penso che si costruisca man mano con il tempo e le esperienze, e con piccoli atti quotidiani.

Il 1999 è un anno che sta a metà, tra i Millenials e Gen Z. Che cosa pensi di avere in comune con una, e cosa con l’altra?
Mi sento a metà tra due generazioni, ho conosciuto la tv analogica, i primi nokia con il gioco di snake, ma in terza media ecco che mi ritrovavo in mano uno smartphone, per cui è strano vedere un cambiamento così repentino nel giro di pochi anni.
Il fatto di essere a metá credo mi abbia permesso di apprezzare al meglio entrambe le generazioni, conoscendone sia i limiti sia gli aspetti innovativi.

Ci descrivi la tua meravigliosa casa sperduta nel vicentino?
È una casa che si trova nel cucuzzolo di una collina di un paese, e da lì domina appunto il paese.
Già solo l’ubicazione è già qualcosa, ma la differenza l’ha fatta mio papà, un artista in grado di fare qualsiasi cosa e non lo dico perché sono la figlia, certo un po’ di parte lo sono, ma ha una conoscenza e una dote proprio, una sensibilità acuta che pochi hanno.
Ha ideato la nostra casa in tutti i suoi aspetti, dalla fase di progettazione, alla fase edilizia, tanto da renderla complessivamente una vera e propria opera d’arte.
Qui trovo la mia calma, il mio spazio, e se un tempo la vedevo in modo strano vivere in un posto atipico in mezzo alla natura, ora invece credo sia un dono raro che pochi hanno stare nella totale libertà.

E dello studio della musica cosa puoi raccontarci? E si può fare musica anche senza studiarla?
Sì e no. Nel senso che, sì, si può fare musica senza averla studiata, io ho iniziato così ma poi per forza di cose o perché te lo richiede l’ambiente esterno o perché senti tu l’esigenza di ampliare le tue conoscenze, cerchi lo studio.

#FacceCaso

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