Tempo di lettura: 1 Minuti

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Limbrunire

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Limbrunire

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Limbrunire a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singol

Lady Vie esordisce con “Nina Says” prodotta da Giorgio Canali
FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di wLOG
COPPOLA è pronto all’esordio: fuori oggi il primo album, “Le Confessioni”

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Limbrunire a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.

È uscito venerdì 16 dicembre 2022 per Visory Records “Orocolante”, il nuovo singolo de Limbrunire. Un nuovo capitolo che si aggiunge al progetto solista di Francesco Petacco, in arte Limbrunire, cantautore ligure già noto alla scena indipendente che torna con un brano: un primo assaggio di un nuovo disco in uscita e finalista al Circonomia Green Music Contest e vincitore del Premio Speciale Radio Alba.

“Orocolante” è dunque un brano dolce amaro di chi continua a cantare su una nave che tuttavia sta affondando, cullati da un tappeto elettronico dove è possibile nascondere tutta la polvere di un mondo che stiamo calpestando: una consapevolezza oscura mascherata da un singolo sfacciatamente pop.

Noi abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui, partendo come sempre dal suo percorso scolastico.

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico. Com’è andata?
Dopo le medie decisi, e non so ancora per quale motivo d’iscrivermi all’istituto tecnico commerciale, quindi sulla carta sono “ragioniere”. Mai bocciato, ero il classico studente da sette scarso, quel pesce fuor d’acqua dell’ultima fila a sinistra con i capelli lunghi, chiodo di pelle e jeans strappati che non vedeva l’ora di uscire dall’aula. Quello insomma che andava d’accordo con tutti ma soprattutto con i casinisti pluribocciati, futuri tossici o tabagisti incalliti. All’epoca ero assuefatto dalla chitarra elettrica, da Jimi Hendrix, Stevie Ray Vaughan e David Gilmour, quindi le lezioni scivolavano via tra mastrini, assoli psichedelici e qualche strofa di De Andrè. Se tornassi indietro probabilmente mi butterei a capofitto sull’istituto d’arte, ma ahimè questo è! Conservo comunque un bellissimo ricordo di quegli anni in parte spensierati nei quali non sai ancora chi sei, perchè sei lì ma pensi con ingenuità di saperlo. Dopo la maturità decisi di non proseguire gli studi bensì di buttarmi a capofitto sulla musica, sullo studio della voce e sulla scrittura e contemporaneamente lavorare.

E riguardo invece lo studio della musica?
Quando avevo meno di due anni inizia a percuotere la batteria e la mia infanzia la passai a picchiare tamburi, pentole e padelle varie. Successivamente all’età di nove anni presi privatamente le prime lezioni di pianoforte e solfeggio, lezioni che durarono circa un anno. Dopodiché per quattro anni studiai chitarra blues-jazz e dopo la maturità studiai canto per due anni in accademia. Nello stesso periodo frequentai giorno e notte Nico Carfagnini (autore e musicista pazzesco) che m’insegnò come scrivere una canzone pop, come produrla, come registrarla ecc.
Fu un periodo alquanto formativo!

Si può fare musica anche senza studiarla?
Certo, soprattutto oggi. Sono sempre più convinto che le idee e la creatività facciano ancora la differenza sulla tecnica, è ovvio che conoscere quantomeno le basi sia un valore aggiunto nella fase compositiva.
Il talento va allenato, esercitato e assecondato. Se non ne sei provvisto puoi creare un brano, affidarti al sacro autotune ma dubito possa essere di valore o avere un contenuto profondo da smuovere le coscienze. Per me lo studio va oltre la sfera strumentale, comprende anche l’ascolto attento e non distratto, capire determinate soluzioni, metriche, scelte!

Quali ascolti hanno influenzato la spinta elettronica che possiamo rintracciare nei tuoi brani?
Sicuramente Apparat e di conseguenza i Moderat, Ellen Allien, gli M83 per le idee più synth/shoegaze, Giorgio Moroder, i Kraftwerk e i primissimi dischi sperimentali di Franco Battiato, Sulle corde di Aries e Clic su tutti.

Il tuo romanzo “Io, tu e le piramidi” ha in qualche modo a che fare con la tua musica?
Quali tematiche possiamo riscontrare in comune?

C’è un fil rouge che accomuna la mia produzione musicale al romanzo, d’altronde nell’atto creativo attingo dal quel subconscio che mi permette di esprimere e cavalcare spesso un flusso di coscienza.
Possiamo riscontrare in entrambi i casi la spensieratezza adolescenziale, il viaggio interiore, la nostalgia canaglia e l’eccitazione per la scoperta.

Cosa accadrà nel 2023?
Sto lavorando a un nuovo romanzo, nel frattempo ho da poco terminato e presentato al Teatro Impavidi di Sarzana Solitary Man, un monologo musicale sulla digitalizzazione, automazione e perdita di valori quali l’empatia verso un proprio simile.
Prossimamente inoltre pubblicherò un nuovo singolo che anticiperà l’Ep. in uscita a Marzo.

#FacceCaso

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0