Tempo di lettura: 1 Minuti

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo album di Filippo D’Erasmo

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo album di Filippo D’Erasmo

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Filippo D'Erasmo a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo EP di proia
Nuovo singolo per la band Mutonia: fuori oggi “Tutta fortuna”
“Cinema Carmen” è la nuova allucinazione di Barriera: ecco il nuovo singolo

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Filippo D’Erasmo a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo album.

È uscito venerdì 10 marzo 2023 “Dedalo” per Ohimeme (www.ohimeme.com) il nuovo album di Filippo D’Erasmo. Torna così il cantautore di Acqui Terme (AL), con un nuovo disco già anticipato dal singolo “Piccoli piaceri borghesi”. In questo disco, Filippo D’Erasmo raccoglie gli ultimi due anni di scrittura, un lavoro di auto-psicanalisi in cui è impossibile non lasciarsi assorbire.

Come sempre abbiamo iniziato dal suo percorso scolastico, ed ecco com’è andata.

Questo è un portale dedicato agli studenti, quindi inizieremmo col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico. Com’è andata?
Ho frequentato il liceo scientifico ad Acqui Terme, la città da cui provengo, poi mi sono iscritto a Radiologia, all’Università di Genova. In tutta sincerità, ritengo che al momento in cui scegliamo la facoltà siamo troppo giovani e non conosciamo così bene noi stessi. Ai tempi avevo vari interessi, è vero, però non avevo ben chiaro che forse ero maggiormente portato per le facoltà umanistiche e per la scrittura. l’ho capito molto più tardi, intorno ai venticinque anni.

E con lo studio della musica che tipo di rapporto hai? Pensi si possa fare musica anche senza studiarla?
Ho un approccio principalmente autodidatta. Questo non perchè non abbia studiato, poichè l’ho fatto, seppur non seguendo un percorso prettamente accademico, ma approfondendo qua e là le cose che mi interessavano. Con approccio autodidatta intendo che la priorità ce l’hanno sempre il mio orecchio ed il mio gusto musicale, solo in secondo luogo la teoria ed un minimo di tecnica possono venire in aiuto. La musica è arte e non dovrebbe mai venire surclassata dalla mera tecnica.

Perchè hai pensato che “Piccoli piaceri borghesi” potesse essere il singolo perfetto per anticipare “Dedalo”, il tuo nuovo album?
Mi rendo conto non si tratti di un singolo con tutte le caratteristiche che una canzone scelta come singolo dovrebbe avere per le radio e le playlist. Si tratta tuttavia di una canzone che affronta temi con cui mi sto confrontando ultimamente e che sento molto contemporanei nel mio sentire e nel mio pensiero. Inoltre è una delle canzoni che sono state scritte più recentemente di quel disco e con cui vedo un margine di continuità con le canzoni che sto scrivendo attualmente.

Quali pensi possano essere i vantaggi per la nuova generazione di musicisti e cantautori? Ti senti mai in competizione?
Tendenzialmente trovo abbastanza misera l’idea della competizione applicata a campi così soggettivi quali la musica e l’arte. Si rischia di ridurre il tutto ad una lotta tra gladiatori dentro l’anfiteatro.
I giovani artisti e compositori hanno una mente integrata con la tecnologia in un modo totalmente diverso rispetto da quelli della mia generazione o di generazioni precedenti. Ci sono giovani producer di quindici anni che fanno uscire produzioni incredibili, sono in grado di apprendere con una velocità assurda dai vari tutorial su You Tube etc. E poi mi rendo conto abbiano un linguaggio ed una metrica particolari, che affrontino tematiche che quelli della mia generazione non solo non possono affrontare, ma spesso non sono nemmeno in grado di capire.

I testi di questi nuovi pezzi risalgono agli ultimi due anni. E la musica? Come unisci parole e musica, e chi fa parte di questo processo?
Testi e musica sono nati grossomodo nello stesso momento. Mi occupo io stesso della composizione armonico melodica della canzone e degli arrangiamenti, che poi diventano preproduzioni. Sulle produzioni definitive ho collaborato con Luca Grossi (Sintomi di Gioia, Ave Quasar), con cui abbiamo fatto una revisione finale prima di uscire con i master definitivi del disco.

#FacceCaso

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0