Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Vincenzo Adelini a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo.
Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Vincenzo Adelini a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo.
È partito sabato 14 settembre 2024 da Torino il tour nei planetari italiani del chitarrista e compositore campano, Vincenzo Adelini. Una rassegna senza precedenti in Italia per uno spettacolo dal vivo in oltre 11 strutture astronomiche da nord a sud del paese. Accolti da ambientazioni intime e profonde, assisteremo alla creazione di una colonna sonora estemporanea, che Adelini intreccerà con le proiezioni della volta celeste. Oltre al suo principale strumento a 6 corde utilizzerà in simultanea archetti per il violoncello, E-bow, Joystick per la Nintendo Wii, Slide di ferro, pedaliere e theremin, il tutto per realizzare uno spettacolo unico ed irripetibile.
Ogni spettacolo sarà quindi diverso e nuovo, unendosi all’atmosfera della venue e alle immagini proiettate per l’occasione. Ogni città ospitate sarà omaggiata da un nuovo brano inedito dedicato alla Luna, i brani verranno poi raccolti in un nuovo album distribuito da Universal Music Italia. Al termine del tour, verrà realizzato anche un documentario per evidenziare la forza comunicativa e interdisciplinare dei planetari.
Affascinati da quest’unione magnetica di musica e stelle, abbiamo voluto scambiare quattro chiacchiere con Vincenzo, partendo dal suo percorso scolastico, ed ecco cosa ci ha raccontato.
Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare con il chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico. Com’è andata?
Il mio percorso scolastico è stato fondamentale per il mio sviluppo artistico. Ho studiato chitarra classica al conservatorio, diplomandomi con il massimo dei voti, un’esperienza che mi ha fornito basi tecniche e teoriche molto solide. Successivamente, ho avuto la fortuna di continuare a perfezionarmi con diversi insegnanti in varie parti del mondo, esplorando generi musicali diversi, dalla composizione classica alla produzione di musica elettronica. Questa continua ricerca è stata spinta dalla curiosità di voler conoscere sempre di più. Credo infatti che la curiosità, mista alla passione, renda lo studio non solo utile ma essenziale per sviluppare una carriera artistica personale e originale.
È vera quella cosa che si dice ogni tanto, che per fare musica bisogna necessariamente prima anche studiarla? Com’è stato per te? Pensi che che saresti a questo punto se non avessi studiato musica ai livelli in cui invece ti ci sei dedicato?
Per me, lo studio è stato indispensabile, ma credo che ci siano diversi modi di approcciarsi alla musica. Una formazione accademica, come quella che ho avuto al conservatorio, ti offre una comprensione approfondita della teoria musicale e delle tecniche esecutive, ma non è l’unica strada. È possibile sviluppare una carriera musicale anche attraverso percorsi di apprendimento più personali, spinti dall’entusiasmo di conoscere, migliorarsi e dalle esperienze dirette. Oggi, grazie a internet, è possibile accedere a una vasta quantità di risorse, tutorial e contenuti, che permettono a chiunque di imparare musica in autonomia, seguendo un percorso su misura. Ognuno può costruire il proprio cammino di apprendimento, che può risultare molto più personale e creativo.
Com’è nata questa cosa iniziativa che hai iniziato il 14 settembre, cioè l’idea di portare la tua musica nei planetari italiani?
L’idea di unire musica e astronomia in uno spettacolo musicale da proporre nei planetari è nata dopo un primo show sperimentale al Planetario di Città della Scienza di Napoli, nell’aprile del 2023. L’evento è stato realizzato su invito dell’astrofisico Giovanni Pirone, che con grande lungimiranza ha intuito da subito la giusta interazione tra la mia musica e l’astronomia. Questo primo spettacolo ha avuto un riscontro così positivo, con un tale entusiasmo da parte del pubblico, che ho deciso di estenderlo anche ad altri planetari. Così è nato “Moonlight From…”, il primo tour nei planetari della storia.
Come si svolge di norma uno spettacolo del genere? Quali sono le difficoltà che riscontri di solito?
Ogni spettacolo nei planetari è una combinazione unica tra la mia esibizione musicale e le proiezioni visive del cosmo. Tutto avviene dal vivo, senza tracce o video preregistrati. Io e il planetarista improvvisiamo insieme, creando ogni volta uno spettacolo musicale e visuale diverso. Le immagini delle stelle, dei pianeti e dell’universo si fondono con la musica, e viceversa, dando vita a un’esperienza completamente immersiva per il pubblico.
La principale difficoltà è creare ogni volta una perfetta sinergia tra musica e immagini, ma quando tutto si allinea, si crea una magia unica, in cui il pubblico è completamente immerso in un viaggio musicale e visivo attraverso l’universo.
Finito questo ciclo di date, pensi che ce ne saranno altre?
Assolutamente sì! Questa tournée italiana penso sia solo il preludio per una tournée internazionale che già stiamo programmando per il prossimo anno. L’obiettivo è portare questo progetto nei paesi europei prima e in quelli extra-continentali in futuro. Vogliamo condividere questa esperienza unica con un pubblico sempre più ampio, e siamo convinti che l’unione di musica e astronomia possa affascinare persone in tutto il mondo.
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