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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Loris Dalì

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Loris Dalì

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Loris Dalì a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo. Una

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Loris Dalì a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo.

Una delle frasi ricorrenti di Loris Dalì è “Sono famoso l’anno prossimo dal 2014”. In realtà forse non ha nemmeno voglia di diventare “famoso”, qualunque cosa voglia dire. Loris Dalì è un cantautore che vive appieno la sua vita da artista, sia mentre porta in giro la sua musica che quando si esibisce chitarra e voce dopo aver cucinato in qualche ristorante a Silvi Marina. È da poco uscito su tutte le piattaforme il suo nuovo EP intitolato “CASA Dalì”, un disco in cinque tracce completamente analogico, in cui il senso dell’ironia si mescola sapientemente con la poesia della quotidianità.

Abbiamo chiesto a Loris di raccontarci qualcosa di più sul suo progetto e, ovviamente, sul suo percorso scolastico:

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico.
Un saluto a tutti gli studenti allora. Il mio percorso scolastico è alquanto banale. Ho fatto le elementari quando c’era ancora un solo insegnante per classe, ma ho avuto la fortuna di avere un maestro speciale che ogni sabato invece di fare lezione ci insegnava a giocare a scacchi. Eravamo l’unica classe della scuola a fare questo e credo fosse molto avanti per l’epoca. Poi le medie e quindi ragioneria, scelta per comodità di orari a dire il vero, ma ho avuto anche qui dei buoni insegnanti. Il mio professore di diritto era molto esigente e per ottenere la sufficienza dovevo studiare giorno e notte. Però mi è rimasta una certa capacità di analisi dei fatti da un punto di vista giuridico.

E che tipo di rapporto hai invece con lo studio della musica? Si può fare musica senza studiarla?
Su questo argomento si dibatte spesso, ma la storia ci insegna che non è necessario conoscere la musica da un punto di vista didattico per scrivere canzoni. Le più belle pagine della musica italiana ed internazionale sono state scritte da artisti che non conoscevano la musica nel senso di lettura e scrittura di spartito. Così come non è assolutamente detto che chi ha studiato conservatorio sia in grado di creare e scrivere canzoni. Certamente un artista che ha la capacità di scrivere belle canzoni e conosce anche la musica avrà più frecce per il suo arco.

Perché ti definisci un “cantautore stagionale”?
Nella canzone che apre il mio nuovo disco cito un certo amico Maltese, anche lui cantautore, che una volta mi disse che oggi l’artista, a meno che non sia una rockstar, ha bisogno di un lavoro di copertura ed ecco che mi sono inventato il cantautore stagionale. Lavoro da marzo a settembre in un ristorante sul mare a Silvi Marina ed a fine servizio esco in sala chitarra e voce tra i tavoli per i turisti. Finita la bella stagione per altrettanti sei mesi mi dedico solo alla mia musica e scrivo, compongo, registro, faccio concerti in giro per l’Italia. Essere un cantautore stagionale mi permette di non fare distinzioni tra la mia vita privata e quella artistica.

Il tuo nuovo EP “CASA Dalì” è completamente analogico. Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato registrandolo?
Oggi esistono programmi che permettono di avere una orchestra sinfonica dentro al pc e nei dischi. Anche per motivi di tempo e di risparmio, si tende ad usare meno lo strumento analogico. È certamente tutto più semplice perché non c’è la variabile della performance, dell’errore di esecuzione. Registrando soltanto con strumenti fisici suonati il margine di errore è maggiore, quindi è certamente più complicato, ma anche stimolante. Si ottengono suoni impossibili da ottenere dalle macchine, spesso si presentano alternative di arrangiamento dovute proprio alle imperfezioni. Nel mio caso, registrando in casa, più che difficoltà ho incontrato vantaggi, come quello di interrompere una registrazione per cucinare una pasta.

Hai voglia di lasciare un messaggio per i giovani ci leggono e che coltivano la passione per la musica?
Ho la fortuna di avere a che fare spesso con i giovani e ripongo in loro molta fiducia. Sentir parlare dei giovani in modo negativo, sommario e generalista è una delle poche cose che mi fanno arrabbiare. Innanzitutto, i giovani di oggi sono l’unica possibilità che abbiamo di salvare l’umanità da se stessa nel futuro e spero riescano a risolvere, almeno in parte, il disastro che le generazioni precedenti hanno combinato, compresa la mia. Per quelli che invece hanno la passione della musica il messaggio che posso lasciare è: ascolta con le tue orecchie e non con quelle del mercato. E poi non smettere mai di cercare di scrivere il tuo capolavoro.

#FacceCaso

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