Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Bravo Gesù Roger a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo albu
Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Bravo Gesù Roger a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo album.
Dopo la pubblicazione del loro singolo di debutto “Fame”, i Bravo Gesù Roger pubblicano il loro album di debutto. Un nuovo capitolo, disponibile da venerdì 8 novembre 2024 su tutte le piattaforme digitali in distribuzione Believe Music Italy, dal titolo “Burro Es Gergo Va”, un disco di debutto che ci friggerà le trombe d’eustachio con tormentoni spregiudicati, riffoni tricefali, rime, assonanze, onomatopee, allitterazioni, e quella giusta dose di follia che garantisce un sonno agitato e un risveglio su un pavimento di marmo e grappa.
Noi volevamo conoscerli meglio, e siamo partiti come spesso ci piace fare, da loro percorso scolastico. Ed ecco com’è andata!
Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiedervi qual è stato il vostro percorso scolastico. Com’è andata? Qualcuno di voi sta ancora studiando, oggi?
(Efrem) Ognuno di noi ha frequentato il conservatorio a indirizzo jazz, prima ancora ha preso lezioni in scuole di musica o privatamente. Personalmente mi sono trovato piuttosto bene per quanto riguarda la didattica e gli stimoli, poi ci sono sempre dei corsi che possono piacere meno o problemi organizzativi che rendono il percorso meno agevole ma direi che è un ambiente consigliato per chi vuole studiare musica. L’unico che al momento sta continuando a seguire corsi è Flavio ma per l’insegnamento nelle scuole, un altro discorso…
E con lo studio della musica che tipo di rapporto avete? È vero secondo voi quello che raccontano, che non si può fare musica se prima non la si studia? Com’è stato per voi?
(Efrem) Purtroppo lavorando non è sempre facile trovare molto tempo da dedicare allo studio, diciamo che ciò che si studia spesso è finalizzato agli impegni musicali in programma, studiare repertori, preparare lezioni, più che a una ricerca personale. Secondo me se si sente la necessità di fare musica è bene assecondarla, studiati o meno, per cominciare a esprimere la propria personalità musicale. Poi chiaramente lo studio facilita di molto il compito, sia migliorando la tecnica sullo strumento e quindi la facilità a esprimersi, sia studiando armonia e composizione che permettono di avere un vocabolario più ampio dando la possibilità di essere più dettagliati e originali possibili. Per quanto mi riguarda ho fatto proprio così, poco dopo aver suonato le prime note sulla chitarra ho creato dei riff, solo dopo uno o due anni ho cominciato a prendere lezioni, mantenendo l’abitudine di comporre o anche solo buttare giù idee estemporanee.
In questo disco riconosciamo dei veri e propri tormentoni, che si possono anche ballare. Come ha reagito il pubblico sinora, ai vostri live? E qual è il momento perfetto per ascoltarvi?
Si è scatenato! Molti si sono lasciati trascinare dai groove, dai riff e dalle lunghe improvvisazioni entrando in una trance mistica corroborata da vari bicchieri di vino o alcolici vari. Qualsiasi momento è buono, una serata tra amici davanti a birra, burro e burraco penso sia il top.
E quale può essere la tematica principale di “Burro Es Gergo Va”?
I nostri testi spesso fanno riferimento al rapporto con gli altri e/o con noi stessi, penso si possano definire queste come tematiche principali, il confronto con l’interno e l’esterno.
E quanto burro consumate nella vostra alimentazione?
Non molto in realtà, cerchiamo di tenerci in salute per dare il massimo nei nostri live.
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