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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Muriel

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Muriel

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Muriel a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo. “TD2V”

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Muriel a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo.

“TD2V” disponibile da venerdì 17 gennaio 2025 (in distruzione Believe Music Italy), segna una nuova tappa nel percorso musicale di Muriel, confermandone la versatilità e la voglia di mettersi in gioco. Il brano è una confessione d’amore sincera, tanto semplice quanto sentita, in cui le parole hanno davvero un peso. La produzione lascia loro spazio, rendendole a tutti gli effetti le vere protagoniste di questo brano.

Apparentemente libera da ritmiche e strutture, “TD2V” ci stupisce con un outro break beat che ci catapulta in una dimensione opposta a quella che ci potevamo immaginare durante l’intero ascolto. La timbrica inconfondibile di Muriel, inoltre, gioca come sempre un ruolo fondamentale nel conferire continuità ed identità al progetto stesso, nonostante il bisogno costante dell’artista di esplorare sonorità nuove.

“TD2V” (ti darei due vite) nasce per puro bisogno di esprimere emozioni, la scrittura é dunque spontanea, istintiva ed accessibile a tutti. Con una strategia coraggiosa e ponderata, Muriel, sceglie di rilasciare singoli a ritmo serrato, puntando a conquistare l’attenzione del pubblico nei confronti di quello che è a tutti gli effetti un progetto emergente dalle grandi possibilità.

Un fiume in piena che non siamo riusciti a contenere, ma ci abbiamo provato, partendo come sempre dal suo percorso scolastico.

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico. Com’è andata?
Mi sono diplomata al liceo linguistico, con ottimi voti per altro, nonostante l’adolescenza sia stata una parentesi parecchio complicata della mia vita.
una volta finita la scuola sono partita per l’estero, perché avevo bisogno di indipendenza e di capire chi fossi e cosa volessi davvero. Ho studiato moda nel mentre che lavoravo nel settore e raggiunto traguardi importanti, ma non ero felice, mi mancava qualcosa. Assurdo come la soluzione alla mia insoddisfazione fosse sempre stata sotto i miei occhi (forse per questo non l’ho vista?). Faccio musica da che ne ho memoria, sono figlia d’arte, mio padre era un ottimo chitarrista, ma non avrei mai pensato che la sua passione potesse diventare anche la mia. E dunque, dopo aver girato mezza Europa, sono tornata a casa con l’intento di dare vita al mio primo progetto. Studiare è importante, ti educa, ti rende potente e capace di decidere il tuo destino, ma può anche limitarti in tale ricerca se usato nel modo sbagliato.
Credo che ognuno di noi debba sentirsi libero di sperimentare, di conoscersi e di ritrovarsi in qualcosa, qualsiasi essa sia, ma viviamo in un mondo in cui la pressione sociale è tanta e le aspettative sono difficili da soddisfare.
Bisogna dunque avere coraggio di essere chi siamo indipendentemente dal giudizio che la società ha nei riguardi delle nostre ambizioni. (e per società intendo anche famiglia, amici e persone care).

E con lo studio della musica che tipo di rapporto hai? È vera quella cosa che si dice, che non si può fare musica se prima non la si studia?
Sono di parte, non ho mai studiato musica, ma credo sia necessario e non indispensabile.
nell’arte non servono solamente teoria, tecnica e conoscenza.
servono anche le idee. Soprattutto le idee. E quelle non si studiano da nessuna parte. Io penso che non si possa studiare musica se prima non la si fa, ecco la verità. Motivo in di per cui solo ora inizio a sentirne il bisogno, di studiare intendo, per esprimere ancor meglio ciò che dentro.
che poi l’ho sempre fatto in realtà, a modo mio. L’ho fatto osservando mio padre o i produttori in studio, comprando dei libri, guardando dei video. Non ho mai preso una lezione, non ho mai seguito un corso, non ho mai frequentato una scuola, eppure so fare praticamente tutto. Male, senza grande tecnica, ma lo so fare.

Sei musicalmente attiva dal 2021 ormai. Hai trovato la tua strada e la tua quadra musicale? Sei da sola oppure ti affidi ad altri per questa ricerca?
Si, recentemente ho trovato la mia quadra artistica, il che rappresenta un enorme traguardo data la fatica che ho fatto nel ricercarla (sono sempre stata soggetta ad impulsi musicali vari e differenti tra loro, educata a generi completamente opposti, capire chi fossi e cosa volessi dalla mia musica non è stato facile). Dopo una parentesi pop iniziale durata ben poco, ho trovato la mia dimensione in sonorità più elettroniche e sperimentali. Conoscere Kenzo ha però determinato il vero punto di svolta nel mio percorso. Mi sentiva parlare al telefono in spagnolo e si chiedeva perché rinnegassi tanto un genere che sembrava appartenermi, il latino. In tanti c’avevo provato prima di lui senza riuscirvici, non ne volevo sapere, a me quella roba faceva schifo. Quando dico che Lorenzo (Kenzo) è tra gli artisti che più stimo é proprio per questo: è stato capace di ascoltarmi, di comprendermi e di accompagnarmi nella ricerca di qualcosa di nuovo, fatto su misura per me.
Abbiamo dunque unito due mondi, quello elettronico e quello latino, dando vita ad una visione artistica in cui mi sento davvero me stessa. Forse dalle prime uscite è complicato, ma credetemi, capirete!

Che cosa rappresenta la copertina? E quanto della tua storia personale contenuta in questo brano?
In cover siamo io e Lorenzo (si, il mio produttore). Da non molto tempo é diventato anche il mio compagno.
Dunque direi che c’è tanto di me in questo brano.
C’è tutto.
C’è l’amore che provo per lui, la paura di soffrire, c’è mio padre, ci sono anche i miei desideri ed i miei rimorsi, c’è la musica.
Mi ritengo una persona riservata, protettiva nei confronti di ciò che amo, espormi in maniera tanto plateale comporta coraggio.
Mi sento pronta.

E che cosa della tua biografia non riesci ancora a mettere in musica?
Fatico a mettere in musica le cose belle.
Perché tendenzialmente quando sono felice non scrivo, bevo (scherzo!)
Di certo non mi chiudo in casa davanti al computer.
Voglio imparare a farlo però.
Perché le persone che mi seguo meritano anche un po’ di leggerezza.

#FacceCaso

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