Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Rosco Dunn a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo.
Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Rosco Dunn a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo.
Disponibile da venerdì 17 gennaio 2025 il singolo di debutto del progetto Rosco Dunn, un nuovo e importante capitolo per la band alternative rock di stanza a Brescia che vanta la produzione di Divi de I Ministri. Un brano per gli animi arrabbiati, per chi non crede che la scena rock stia morendo, e per gli ultimi romantici pronti a resistere ancora.
“VA TUTTO BENE” è una canzone che esplora il bisogno di resistere, di affrontare la fatica e il dolore, pur continuando a fingersi “a posto”. Tra versi carichi di malinconia e immagini potenti, il brano racconta la lotta quotidiana di due anime affini che cercano di restare unite, anche nei momenti più difficili. Come “soldati stanchi”, i protagonisti sopportano i pesi della vita e nascondono le proprie fragilità, imprigionati nei “panni sporchi” della routine e delle maschere che li fanno sentire meno distanti. Con riferimenti agli anni ’90 e scene di ordinaria disillusione, il brano cattura l’essenza di chi, nonostante tutto, cerca di riscoprirsi e ricominciare, mantenendo vive le speranze tra ricordi e frammenti di felicità.
Il loro mondo è un alternative rock di quelli che esistono, solo ignorando il fatto che la scena indipendente mainstream in realtà sia pop, vivendo negli anni Duemila, dove Ministri e Zen Circus erano i protagonisti delle nostre compilation. Li abbiamo intervistati, partendo dal loro percorso scolastico.
Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiedervi qual è stato il vostro percorso scolastico. Com’è andata?
Il nostro percorso scolastico è stato variegato, e come molti, ha avuto alti e bassi. Non c’è un’unica strada o un’unica esperienza che ci accomuni, ma possiamo dire che la scuola ha sempre avuto un ruolo significativo, anche se in modo diverso per ciascuno di noi. Personalmente i miei studi sono finiti presto con un diploma in ragioneria, che ha dato una solida base pratica e organizzativa, ma non ha mai impedito di coltivare la passione per la musica. La scuola ci ha offerto strumenti utili, ma è stata la passione e la curiosità per la musica a spingerci a continuare a crescere e a imparare, spesso oltre ciò che veniva insegnato in aula. In sintesi, anche con un percorso scolastico più tradizionale, come quello della ragioneria, la musica è rimasta il nostro vero punto di riferimento, arricchendo la nostra crescita personale e artistica.
E a che punto vi siete incontrati, e uniti come Rosco Dunn?
Ci siamo incontrati e uniti come Rosco Dunn in un momento in cui ognuno di noi portava con sé una propria esperienza musicale e personale, ma con una forte voglia di creare qualcosa insieme. Non c’era un piano preciso, ma una sintonia naturale che ci ha spinto a collaborare. Alcuni di noi si conoscevano già da tempo, mentre altri ci siamo incontrati durante esperienze musicali o concerti. Abbiamo trovato un terreno comune nel condividere la passione per la musica e nel voler esplorare sonorità nuove, senza forzature.
Il nostro percorso, è stato anche un bel viaggio, non solo fisico ma anche musicale, che ci ha permesso di crescere e di confrontarci con altri musicisti. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con alcune persone davvero valide, che hanno contribuito alla nostra crescita. Purtroppo, per motivi familiari o lavorativi, alcuni di loro hanno dovuto lasciare il progetto. Nonostante questo, ogni incontro è stato fondamentale e ci ha arricchito, facendo parte di un cammino che ha plasmato la nostra identità musicale. Rosco Dunn è nato proprio da questa unione spontanea, in cui ognuno ha contribuito con il proprio stile, le proprie influenze e la propria visione. È stato un processo organico che si è sviluppato nel tempo, in cui abbiamo imparato a conoscerci meglio e a rafforzare la nostra band.
E con lo studio della musica che tipo di rapporto avete? È vera quella cosa che si dice, che non si può fare musica se prima non la si studia?
Lo studio della musica è un aspetto fondamentale per sviluppare una comprensione profonda degli strumenti, delle tecniche e della teoria musicale. Tuttavia, l’idea che “non si possa fare musica senza studiarla prima” non è assoluta. Ci sono molti esempi di musicisti autodidatti che creano musica straordinaria senza un’educazione formale. L’arte della musica può essere intuitiva e spontanea, ma lo studio tecnico aiuta sicuramente a espandere le proprie possibilità espressive e a perfezionare la propria abilità. Quindi, dipende molto dall’approccio personale e dalle aspirazioni artistiche: lo studio può arricchire il processo creativo, ma non è l’unico modo per fare musica.
Personalmente ti posso dire che ho iniziato a studiare musica all’età di 7 anni. Inizialmente ho studiato clarinetto e sassofono nella banda del paese. Poi sono arrivati i Nirvana ed è cambiato tutto…
Che cosa dovevate capire e mettere a punto nel periodo che va dal 2018 al vostro effettivo debutto nel 2025, con un brano prodotto da Divi dei Ministri?
Effettivamente ci abbiamo messo una vita! Partiamo prima di tutto spiegando che viviamo la musica come una parte essenziale delle nostre vite, qualcosa che va oltre il semplice intrattenimento: è una necessità emotiva, un modo per esprimere e comprendere noi stessi. Non è solo un’attività, ma una lingua universale che ci accompagna in ogni momento, che ci aiuta a navigare tra le gioie e le difficoltà della quotidianità. Sicuramente ce la siamo presa comoda nel senso che non ci siamo mai sentiti obbligati a forzare la creazione musicale o a seguire scadenze rigide. Abbiamo lasciato che il processo evolvesse naturalmente, seguendo il nostro istinto, e permettendo che la musica si sviluppasse quando era il momento giusto. Così facendo, abbiamo reso la musica una parte fluida e organica della nostra esistenza, senza pressioni, ma con la consapevolezza che è un elemento che completa la nostra realtà in modo profondo. In tutto ciò Divi è stato sicuramente determinante. Ora oltre al singolo in uscita ” Va tutto bene” abbiamo pronto l’intero disco in uscita nei prossimi mesi.
E qual è il consiglio migliore che Divi potesse darvi?
Diciamo che Divi oltre ad una grandissima esperienza nel settore è anche una persona profondamente umile e affabile. Questo ci ha fin da subito avvicinati a lui e convinti che fosse il tassello mancante di questo disco.
Durante tutte le fasi è stato una fonte inesauribile di consigli e quindi sceglierne uno sarebbe impresa non facile. Ti posso dire che personalmente il consiglio più difficile da seguire che mi ha dato è quello di essere sempre sincero al 100% quando scrivo le parole di una canzone.
Vi ringraziamo tanto per questa intervista e per averci dato l’opportunità di raccontare un po’ della nostra storia. Un grazie anche a tutti i lettori che ci hanno seguito fin qui!
A presto
Stefano
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