Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Tendha a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo album. Quel
Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Tendha a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo album.
Quello dei Tendha è un invito a liberare l’immaginazione e a riconnettersi con il bambino che è in noi: un disco che si trasforma in una riflessione sull’importanza dell’immaginazione nella nostra vita, passando i confini di genere, stratificandosi di influenze e suggestioni in un tempo di algoritmi ed etichette. L’album di debutto dei Tendha, dal titolo “Soap doesn’t exist because it can’t be told”, disponibile da venerdì 17 gennaio 2025, in distribuzione Believe Music Italy.
Noi abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Fabrizio, fondatore dei Tendha, curiosi di sapere il background, partendo proprio da quello scolastico.
Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare con il chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico. Com’è andata?
Ho iniziato il mio percorso musicale alla batteria, guidato dal maestro Carlo Virzi. Dopo il diploma all’istituto tecnico, spinto dalla passione condivisa con alcuni amici musicisti, ho deciso di approfondire gli studi presso la Civica Jazz di Milano.
E con lo studio della musica invece che tipo di rapporto hai? È vera quella cosa che si dice, che non si può fare musica se prima non la si studia?
La musica è la mia più grande passione. Sono costantemente alla ricerca di nuove sonorità e di collaborazioni che mi permettano di esplorare nuovi orizzonti musicali. Credo che la creatività non abbia limiti e che si possa imparare da chiunque. Spesso sono proprio le soluzioni più ingenue, quelle che arrivano da chi non ha una formazione musicale, a sorprendermi e ispirarmi.
Che cosa rappresenta la copertina del vostro primo disco dal titolo “Soap doesn’t exist because it can’t be told”?
L’illustrazione di Giulia Di Bari è un’esplorazione visiva della potenza dell’immaginazione. Attraverso una tecnica spontanea e libera, Giulia ha dato vita a questa copertina, in cui le linee e i colori si intrecciano per creare forme suggestive e surreali. Il suo lavoro è un invito a lasciarsi guidare dalla propria creatività.
Quali sono le difficoltà del fare musica in un mercato ormai saturo come quello di oggi? È qualcosa che ti preoccupa e che prendi in considerazione?
La nostra musica nasce da un’urgenza di esprimerci. Cerchiamo di creare qualcosa di autentico senza preoccuparci troppo dei numeri e delle classifiche. Crediamo che la musica debba essere libera e spontanea. Preferiamo investire il nostro tempo e le nostre energie nella creazione di musica che ci appassiona, piuttosto che inseguire un successo effimero. Siamo convinti che la vera soddisfazione arrivi dal creare qualcosa che ci renda felici, anche se non diventa un tormentone radiofonico.
Questo album avrà presto anche un seguito?
Dopo questo disco, continueremo a fare musica. Abbiamo già in mente nuovi progetti e non vediamo l’ora di condividerli. Vogliamo continuare a crescere senza per forza seguire le logiche del mercato e mantenendo la nostra indipendenza artistica.
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