Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Karter a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo. Disponi
Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Karter a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo.
Disponibile da venerdì 14 marzo 2025 su tutte le piattaforme digitali (per Gelo Dischi, e in distribuzione Believe Music Italy) il nuovo singolo di Karter, nome d’arte del cantautore polistrumentista Andrea Biolcati Rinaldi che, dopo un lunghissimo periodo di assenza (l’ultima sua pubblicazione: l’oscuro album “L’uomo vola la sua ombra a terra” del 2000), torna finalmente con un brano dal titolo “Odio l’estate”, in collaborazione con Luca Urbani, amico e nome fondante dell’underground musicale.
E in questo caso “Odio l’estate” non è solo un titolo, bensì una dichiarazione di disagio, un sentimento nato da esperienze vissute nell’adolescenza. Lontano dall’immaginario spensierato che accompagna questa stagione, il brano esplora l’ansia e il senso di oppressione che l’estate può portare, trasformandosi in un riflesso di emozioni personali e profonde. Un nuovo singolo che arriva a ridosso delle prime giornate di luce, un anticipo di un nuovo disco, un ritorno per Karter sulla scena indipendente che, nonostante i social, numeri, algoritmi e le sue dinamiche, non è poi troppo cambiata.
Lo abbiamo intervistato, partendo dal suo percorso scolastico, compreso quello musicale, ed ecco com’è andata.
Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico, com’è andata?
Il mio percorso scolastico è stato piuttosto tortuoso, venni addirittura bocciato, ma che non vidi come un fallimento, bensì come una seconda opportunità. Capii l’importanza dello studio ed è proprio grazie alla scuola se è nata la mia passione per la lettura, in particolare narrativa classica e saggi storici.
E con la musica che tipo di rapporto hai? È vero quella cosa che si dice che non si può fare musica se prima non la si studia?
Nutro una passione smisurata per la musica, sia nel farla che nell’ascoltarla. È stata ed è tutt’ora parte integrante di me, è salvifica. Credo che si possa fare musica anche senza dietro un grande studio se ce l’hai dentro, la tecnica è importante, ma è solo una delle mille sfumature, certo studiare amplia gli orizzonti, è innegabile, ma la scintilla nasce dentro e quella non si può imparare, o l’hai o no.
Odio l’estate è il tuo nuovo singolo, un titolo che abbiamo visto e sentito in varie salse, anche in relazione ad altri artisti. Ti sei sentito ispirato a qualcuno in particolare?
Mi sono ispirato a me stesso e a quanto pare non sono l’unico a non amare questa stagione, ciascuno per i propri motivi personali.
Com’è avvenuto il tuo incontro con Luca Urbani? Lo conoscevi già prima?
Io e Luca ci conoscemmo nel 1997, durante la mia esperienza come tecnico di palco per i Bluvertigo, in quel tempo Marco, alias Morgan, stava producendo Playback, il primo album dei Soerba. Da lì nacque una bella amicizia che continua tutt’ora.
Come sta andando questo 2025 sino ad ora?
Musicalmente molto bene, è uscito il singolo del mio progetto solista e il 14 aprile uscirà l’album, personalmente non posso lamentarmi, anzi, quindi tutto sommato è un buon inizio.
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