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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di g.em

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di g.em

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è g.em a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo. È disponi

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è g.em a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo singolo.

È disponibile da giovedì 1 maggio 2025 su tutte le piattaforme digitali (fuori per Brutture Moderne e in distribuzione Believe) il nuovo singolo di g.em, l’alter ego musicale di Giorgia Macrelli. Il brano – realizzato in collaborazione con OASI (team di produzione e registrazione musicale composto da Andrea Scardovi e Francesco Cinque) – è un nuovo capitolo che si aggiunge alla sua personale autobiografia musicale, è un nuovo capitolo dal titolo “Manifesti”, che porta con sè tutta la carica emotiva di un’anima itinerante che cerca di vivere senza affanno.

g.em, cantautrice ed eclettica musicista, attiva dal 2017, è un’artista capace di trasformare ogni strada e ogni palco in un luogo d’incontro autentico tra musica e poesia. Con la sua voce delicata e gli strumenti che l’accompagnano – pianoforte, ukulele, chitarra… – racconta storie che parlano di fragilità e forza, di radici e di viaggi. La sua arte nasce quindi in movimento e viene influenzata dai luoghi, la Colombia in questo caso, e si nutre di incontri, seguendo il ritmo delle stagioni e dei luoghi che attraversa.

L’abbiamo intervistata, partendo proprio dal suo percorso scolastico, ed ecco com’è andata!

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa in più sul tuo percorso scolastico. Com’è andata?
Sono sempre stata molto curiosa e andavo bene a scuola: elementari, medie, il liceo scientifico, lingue a Urbino poi giornalismo in Danimarca e Germania… ci sono stati alcuni momenti difficili (il primo anno di università ero veramente smarrita), ma piano piano ho sfruttato tutte le occasioni che ho avuto facendo un sacco di Erasmus, sperimentando e cercando il più possibile la interdisciplinarietà senza mai smettere di suonare, anzi, arricchendo tantissimo il mio percorso creativo. In tutto ciò poi sono passata anche dall’altra parte (insegno a persone dai 7 ai 70 anni), per cui la scuola, nelle sue forme istituzionali e non, per me è un luogo che va protetto e nutrito di bellezza e relazioni.

E con lo studio della musica, che tipo di rapporto hai? Quando hai iniziato, e com’è proseguito questo personalissimo rapporto?
Che domanda :’) ammetto che non sono mai stata un’allieva modello di pianoforte, infatti chiedo scusa pubblicamente a tutte le mie maestre ahaha ho iniziato a 8 anni, ma devo dire che nonostante tutto nei miei 10 anni di studio accademico non ho mai mollato, trovando infine il mio modo di vivere lo strumento. Poi ho preso la chitarra e l’ukulele ai tempi dell’università e mi sono divertita molto insieme ai miei nuovi amici in giro per il mondo: le jam session nei parchi e nelle piazze le sere di primavera, i concerti davanti alle finestre dei dormitori quando non si potevano fare assembramenti… il mio rapporto con la musica si trasforma in continuazione, è una scoperta continua ad ogni evoluzione.
È vera quella cosa che si dice, che non si può fare musica se prima non la si studia? Qual è stata la tua esperienza?
Sono d’accordo, ma si può studiare musica in tantissimi modi diversi: studiare lo strumento in maniera accademica, farlo in maniera comunitaria, dipende che scopo abbiamo. Per scrivere canzoni e fare musica a livello professionale è sicuramente utile, ma per cantare in un coro come quello che dirigo (un coro interculturale in cui usiamo la musica come linguaggio universale e di inclusione sociale) l’importante è sentirsi bene e non farsi male cantando, il resto è apprendimento collettivo mooooolto non formale 😉

Quando sei Giorgia Macrelli e quando sei G.EM? Vi capita mai di litigare tra di voi, e chi ha la meglio, quando questo accade?
Dopo un concerto in cui Giorgia aveva interferito un po’ troppo con g.em mi sono detta che appena salgo sul palco sono g.em e basta, Giorgia quando scendo sono Giorgia, ma mi sono resa conto che è impossibile scindere completamente le due… ora sento che g.em vive sempre dentro Giorgia, quando andiamo sul palco lei prende tutto lo spazio e in generale è molto più coraggiosa. Di solito ha sempre ragione lei, ma Giorgia è testarda uguale quindi fa fatica a mollare… poi però g.em mi guida sempre verso la parte più autentica, libera e audace di me e dato che ormai lo so le do molto più spazio e si va 😉

“Manifesti” è il tuo nuovo singolo, ed è in qualche modo un invito a prendersela comoda, a non vivere con ansia. Ti capita mai, nella musica e nel dover pubblicare brani nuovi e simili, di vivertela con ansia?
Sono convinta che le canzoni siano già dentro di noi, dobbiamo solo ascoltare e aiutarle ad uscire. Manifesti ha fatto questo viaggio: dopo tanto tempo in cui mi sono sentita indietro, lontana dai centri di Milano e Roma, dai circoli di artisti “cool”, dall’ “ascolta e presalva il mio nuovo singolo” ogni due settimane è arrivata lei a dirmi “tranquilla, vai con il tuo ritmo, sin afan. Troverai le tue compagne di strada”. E così è stato. Ora non vivo più questa ansia, complice l’essere cresciuta, aver sempre continuato a suonare e aver vissuto la musica in modo organico, con i momenti più silenziosi e quelli più vivi, seminando tanto e ora preparandomi a raccogliere. Quando si capisce fino in fondo questo flusso, l’ansia si riduce drasticamente e ci si gode davvero il viaggio.

#FacceCaso

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