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Street Art al primo posto: la Bocconi presenta un viaggio nel tempo alto 70 metri

Street Art al primo posto: la Bocconi presenta un viaggio nel tempo alto 70 metri

Domani, lunedì 2 novembre, l'università milanese inaugura il primo progetto di Urban art di Bocconi Arts Campus, con un'opera realizzata dalla giovane

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Domani, lunedì 2 novembre, l’università milanese inaugura il primo progetto di Urban art di Bocconi Arts Campus, con un’opera realizzata dalla giovane illustratrice Arianna Vairo.

La moda cambia. La tecnologia cambia. Persino un Papa (anche se qui parliamo di tempi spesso molto lunghi) cambia. E siccome tutto cambia, anche l’arte continua a mutare aspetto, secolo dopo secolo. Anzi, anno dopo anno. Siamo giunti ormai ad un picco al quale forse non eravamo abituati: la Street Art è entrata a far parte, nell’immaginario collettivo, dell’olimpo delle arti mondiali.

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Una tendenza che anche il mondo universitario sta imparando ad apprezzare e capire a pieno, così come dimostrato dalla Bocconi, che domani, lunedì 2 novembre, inaugura il primo progetto di Urban art di Bocconi Arts Campus (BAC). Protagonista dell’evento che andrà in scena a partire dalle 18 è l’illustratrice Arianna Vairo, che con la sua opera vuole spiegare come la trasformazione individuale sia spinta dalla formazione universitaria. Lei, è un’artista di successo internazionale, che vanta collaborazioni con Marina Abramovic Institute, New York Times, GQ, Il Sole24Ore, Rolling Stone, e partecipazioni a numerose esposizioni, personali e collettive, in Italia e in Europa. Arianna Vairo racconta un passaggio, quindi, dall’adolescenza all’età adulta attraversando le difficoltà e le sfide del mondo accademico. L’opera, è raffigurata sul muro che collega gli edifici di via Roentgen 1 e Piazza Sraffa 13 alto ben 70 metri all’interno del campus dell’Università Bocconi.
L’artista stessa ha voluto raccontare e descrivere la sua creatura dal momento della prima ispirazione sino alla scoperta del messaggio da lanciare: “La forma del muro ha subito suggerito l’idea della metamorfosi. Attraverso il linguaggio visivo della fiaba, ho voluto rappresentare il ruolo chiave giocato dall’università nel trasformare il giovane individuo delle prime scene nell’uomo proiettato verso il mondo delle ultime”.

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Un progetto in modalità matriosca perché abbraccia anche due startup: Runtime Productions, impresa ospitata dall’incubatore Speed MI Up, che ha realizzato il video del making of dell’opera, e la startup innovativa Bepart – the Public Imagination Movement, che ha messo a punto un’app per installare opere in realtà aumentata negli spazi urbani e grazie alla quale si potrà visualizzare un’animazione in 3D di una scena del murale realizzata dalla stessa Vairo.

E pensare che un tempo ci dicevano soltanto “questi ragazzi di oggi sono bravi giusto ad imbrattare un muro con delle bombolette”.

Di _Riccardo Zianna_

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