Un esperimento condotto dall'Ateneo della Tuscia ha rivelato che alcuni funghi sono sopravvissuti e si sono addirittura riprodotti sul Pianeta Rosso.
Un esperimento condotto dall’Ateneo della Tuscia ha rivelato che alcuni funghi sono sopravvissuti e si sono addirittura riprodotti sul Pianeta Rosso.
Ormai abbiamo reso tutto più vicino. Tutto più breve. Treni ad alta velocità, internet ad alta velocità, rapporti sessuali ad alta velocità. E allora anche da Viterbo, ad un’ora da Roma, si può arrivare sullo spazio.
Un esperimento condotto da Silvano Onofri, professore di botanica al dipartimento di biologia ed ecologia dell’Università della Tuscia ha condotto un esperimento straordinario. Si chiama “Life” (che sta per Lichens and fungi experiment) e ha come obiettivo quello di dimostrare che la vita su Marte è possibile. Per farlo, si è puntato tutto su un fungo, il Cryomyces Antarticus: prelevato dall’Antartide e portato sulla stazione spaziale internazionale ben 8 anni fa, è sopravvissuto alle condizioni di vita del Pianeta Rosso, arrivando addirittura a riprodursi.
“Il 10% delle cellule dei funghi è sopravvissuto e si è riprodotto e per il 60% è rimasto vivo ma non in grado di riprodursi”, ha detto Onofri ricordando come sulla stazione spaziale siano state riprodotte perfettamente le caratteristiche di Marte, nonostante ci si trovasse in orbita nello spazio.
Il successo di questo esperimento è, però, solamente il primo step: già si pensa alla prossima missione, denominata Biomex (cioè Biology and Mars experiment), che ha l’obiettivo di capire se su Marte ci sia, o ci sia stata, davvero la vita. Il tutto, grazie al rover europeo ExoMars2018.
Tutto più veloce, tutto più vicino: da Viterbo a Marte passando per un fungo.
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