Tempo di lettura: 3 Minuti

Andrea Caschetto: ambasciatore del sorriso

Il 26enne ragusano gira il mondo portando positività negli orfanotrofi, che sembrano però non averne bisogno insegnandoci così una bella lezione! Di I

Alternanza scuola – lavoro: iniziativa sensata ma super criticata
Lo sviluppo della facoltà di giurisprudenza nelle università delle Marche
A Milano come a Hogwards: alla Faes Argonne parte il “Progetto Casate”

Il 26enne ragusano gira il mondo portando positività negli orfanotrofi, che sembrano però non averne bisogno insegnandoci così una bella lezione!

Di Irene Tinero

Andrea ha due grandi passioni: i viaggi e i bambini. Gira il mondo dall’età di 13 anni, ma dai 15 in poi ha enormi difficoltà a ricordare: nel 2005 gli viene diagnosticato un tumore al cervello. Vince questa difficile battaglia, ma non può evitarne le conseguenze: la malattia ha danneggiato la sua memoria a breve termine, facendogli guadagnare l’appellativo di “memoria zero”. Eppure, assicura Andrea, non serve conoscere un calvario simile per amare la vita.
La prima volta che ha ricordato veramente qualcosa è stato ad un anno dall’operazione, in occasione della vittoria italiana della Coppa del Mondo: “Tutto quello che colpisce i nostri sentimenti rimane impresso nella nostra memoria a lungo termine”.

Con questa linea di principio è partito per l’Africa, l’India, la Nigeria, ha girato per le strade di Rio de Janeiro, del Vietnam, dello Sri Lanka. Ovunque ha diffuso, e preso, un sorriso e tanta positività. Una volta a casa, ricordava tutto.

Tra i bambini promuove ogni volta

attività pedagogiche e ludiche, musicali e sportive, una protesta a colori contro il razzismo, la pedofilia, l’abbandono e discriminazioni: l’obbiettivo è quello di dimostrare che “le culture sono diverse, ma i bambini sono tutti uguali”.

E se non fossero così distanti anche gli adulti? Andrea è stato ospitato da tante famiglie, di religioni e culture differenti, a dimostrazione che la maggior parte degli uomini è disposta ad unirsi alla stessa tavola, senza troppi pregiudizi.

Il giovane ragazzo non dimentica però le sue origini: è stato ospite presso il carcere minorile di Palermo ed è stato la “guest star” alla #festadeigiovani016, che si è tenuta a Firenze lo scorso aprile.
Ha trovato il tempo di incantare la città di New York nella conferenza annuale dell’ONU, che gli ha riconosciuto un premio per il suo impegno sociale. “In a bad way” (a suo dire), Caschetto ha conquistato l’attenzione dei presenti dicendo una semplice verità: ogni giorno dipende da te, se essere felice o meno è una tua scelta e tra le righe ha detto a tutti noi che se trova la forza per sorridere un bambino del Rwanda, a cui il genocidio ha strappato i genitori ed un’infanzia felice, sicuramente puoi farcela anche tu. Meno cinismo e più Andrea Caschetto!

Progetti per il futuro? Un viaggio di 300 giorni in sedia a rotelle, troppo spesso rimandato per l’assenza di sponsor: dopo l’operazione Andrea è stato impossibilitato a camminare per due mesi e ammette che è difficile dimenticare come lo guardavano le persone. I danni della pietà.
Ha in serbo anche un libro, “Dove nasce l’Arcobaleno”, che uscirà in ottobre e il cui ricavato andrà a varie onlus (selezionate con cura, perché non tutte investono nel bene): tra le varie, Andrea ha scelto Africa Milele.

Investirà nel progetto “Amyko del sorriso”, che promuove la creazione di un braccialetto contenente dati personali come il gruppo sanguigno e lo stato di salute.

Andrea è partito con un budget modesto, ricavato soprattutto attraverso le borse di studio conseguite: eh si, perché ha trovato anche il tempo di prendersi due lauree, in Media Marketing e Business ed in Cooperazione internazionale tra i popoli sottosviluppati.

Non ci si vedeva dietro una scrivania e così ha avuto il coraggio di mettersi uno zaino in spalla e partire: questo ragazzo è la dimostrazione che volere è potere, un ottimo esempio per tutti noi!

Di Irene Tinero

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0