Tempo di lettura: 1 Minuti

L’evoluzione dell’Indie

L’evoluzione dell’Indie

L'evoluzione dell'indie negli anni, andiamo a ripercorrere la storia di uno dei generei più affermati nella scena musicale odierna Italiana. Sempre p

Ghali: “I love you” San Vittore

I libri di Dionisetti vanno in Svizzera
Autolesionismo: perchè procura piacere

L’evoluzione dell’indie negli anni, andiamo a ripercorrere la storia di uno dei generei più affermati nella scena musicale odierna Italiana.

Sempre più spesso sentiamo parlare di musica indie , per quanto il termine di per sè non rappresenta un vero genere, bensì solo l’insieme degli artisti che non si affidano alle etichette major per la pubblicazione dei loro album.

Oggi andremo a approfondire l’evoluzione che l’indie ha avuto negli anni, fino ad arrivare ad oggi come una delle realtà più affermate nelle playlist degli italiani.
Il termine “Musica indie” deriva da un neologismo inglese del termine “Indipendent”, difatti più che un genere, parliamo della musica prodotta da tutti gli artisti che non hanno un contratto con le etichette Major quali Emi, Warner, Sony e Universal.

Già dalla definizione del termine osserviamo quanto possa essere sbagliato considerare l’indie come un genere vero e proprio, anche band legendarie come i Queen nei primi anni di vita sono rimasti indipendenti da etichette Major.

A riguardo citiamo la canzone “Death on two legs” dell’album “A night at the opera”, canzone di critica al manager della Trident con cui la band aveva avuto dei battibecchi per scelte commerciali.
Proprio dall’esempio citato è possibile dare una definizione più adatta alla musica indie,
essere indie è una scelta di libertà, significa essere al di fuori dei canoni della scena mainstream proposta dalle etichette major.

Caratteristica tipica difatti della musica indie è il rompere gli schemi, vuoi per i testi che trattano tematiche tabù o vuoi per la musicalità nel complesso.

Molti gruppi che hanno innovato in ambito di sonorità, tra cui i Nirvana, Elvis Presley ecc…
hanno difatti avuto il loro trampolino di lancio con etichette indipendenti, per poi essere successivamente acquistati dalle major a seguito del successo riscontrato.
Andiamo adesso ad analizzare l’evoluzione della musica indie in italia, per quanto riguarda la scena italiana difatti, l’indie ha principalmente iniziato ad affermarsi in Italia grazie a band Indie Rock più o meno famose degli anni ’80.

Principalmente stiamo parlando dei CCCP – Fedeli alla linea (1982), dei Nerorgasmo (1983), degli Afterhours (1986) e dei Marlene Kuntz (1987), quasi tutte caratterizzate da sonorità rock aggressive e testi senza mezze misure.

Le ultime due band citate tra l’altro, per quanto si siano evolute molto a livello di sonorità e testi,
sono tutt’oggi attive.
In particolare la band di Manuel Agnelli, ha di recente rilasciato una collaborazione con Carmen Consoli che non è ovviamente passata inosservata alle radio italiane.
Arrivati agli anni ’90, per quanto la scena continui a restare distante dal grande pubblico, prendono vita alcuni dei gruppi considerati tutt’oggi come massimi esponenti della scena indie italiana.

A riguardo difatti citiamo i Zen Circus (1994), band che ha Andrea Appino alla voce, oggi famoso anche per la sua carriera solista. Abbiamo inoltre i Tre allegri ragazzi morti (1994), i Verdena (1995), i Baustelle (1996), nonchè il battesimo alla carriera musicale di Giorgio Canali, precedentemente conosciuto per le sue numerose produzioni nella scena indie.

Quest’ultimo, intraprenderà poi nel 2000 una carriera solista con i Rossofuoco che lo renderà uno dei maggiori esponenti odierni della scena. Arrivati al 21 secolo finalmente, l’indie inizierà ad approdare sui grandi schermi e in generale sul grande pubblico.

A riguardo citiamo i Baustelle che con l’album “Amen” (2008) contente il famosissimo singolo “Charlie fa Surf” hanno ottenuto il disco di platino, nonché  la targa Tenco come migliore album dell’anno. Inoltre, proprio in questi anni nascono due band oggi simbolo della scena indie italiana, che tra l’altro hanno ottenuto un successo enorme in tempo zero.

Stiamo parlando del Teatro degli Orrori (2005), la famosa band di Pierpaolo Capovilla al tempo prodotta dall’etichetta dei Tre allegri ragazzi morti, e delle Luci della centrale elettrica (2007), progetto solista del cantautore, al tempo ventiduenne, Vasco Brondi.

Sulla scia dell’inconsueto successo riscontrato da rappresentanti della scena indie, nel 2009 anche il cantautore romano Mannarino pubblica il suo primo album “Il bar della rabbia”, che contiene successi come “Me so m’briacato” e “Scetate Vajo” che al giorno d’oggi in pochi non conoscono.
Si può quindi dire che dal 2005 in poi la strada verso il grande pubblico dell’indie è stata tutta in discesa, la prova finale del raggiungimento della metà è successivamente arrivata nel 2015 con l’album “Mainstream” di Calcutta.

Il titolo, probabilmente scelto con ilarità come a testimonare un ricongiungimento di due universi contrapposti, quali il mondo della musica mainstream e quello della musica indie, ha agito quasi a mo’ di profezia facendolo arrivare settimo nel 2017 come vendite in Italia.

Storicamente parlando non sarebbe stata la prima rara eccezione di album indie con il boom di vendite,
la vera svolta tuttavia sta nel fatto che Calcutta è stato solo uno dei tanti che in questi anni hanno cavalcato l’onda fortunata della musica indie.

Altri artisti come i Thegiornalisti, Levante, Brunori Sas e Lo Stato Sociale hanno difatti raggiunto un successo inimmaginabile rispetto ai canoni degli anni 90. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, o per meglio dire nelle orecchie di tutti, al giorno d’oggi l’indie è uno dei “generi musicali” più affermati in Italia, e l’orda dei seguaci continua ad essere in continua crescita.
Dare una risposta all’ovvia domanda del “Perché proprio ora dopo tutti questi anni” non è sicuramente facile,possiamo tuttavia formulare qualche ipotesi a riguardo.

Prima fra tutti, essendo l’indie il mondo della musica lontana dalla scena mainstream, la diffusione di internet nella maggioranza delle case italiane ha reso l’accesso alla musica “alternativa” molto più facile, con conseguente crescita dei generi di nicchia.

Allo stesso modo, il panorama della musica mainstream negli anni è diventato molto più ampio, così come la tolleranza sui testi che un tempo sarebbero stati considerati tabù dalle grandi masse.

Essendo peculiarità della musica indie le due caratteristiche sopra citate, e ovvio comprendere come la scena mainstream sia con gli anni diventata più pronta ai prodotti della scena indie.
Possiamo quindi affermare che, in un certo modo, la diffusione su ampia scala dell’indie era un evoluzione del tutto naturale, conseguenza ovvia della continua ricerca di musica “differente” dovuta ai gusti differenti dei vari componenti del pubblico in ascolto.

Probabilmente il boom attuale è dovuto semplicemente al fattore “giocattolo nuovo”, fatto sta che il mondo dell’indie ha comunque raggiunto un successo che lo ha reso una realtà non trascurabile.

Di conseguenza, sebbene il tempo magari ristabilirà un’uniformità di ascolti nel panorama della musica,
resterà sempre uno spazio per esso, e i fan storici di tale mondo possono finalmente tirare un sospiro di sollievo sapendo che in ogni caso “l’indie non tornerà più nell’ombra della nicchia”.

Di Paolo Marcoccia

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0