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Professori: arriva il divieto delle chat con gli studenti

Professori: arriva il divieto delle chat con gli studenti

Divieto per insegnanti di utilizzare i social come mezzo di conversazione con gli studenti. Arriva immediata la protesta dei sindacati. È interessant

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Divieto per insegnanti di utilizzare i social come mezzo di conversazione con gli studenti. Arriva immediata la protesta dei sindacati.

È interessante parlare di questo nuovo divieto previsto dall’aggiornato contratto degli insegnanti. È interessante perché recentemente, ma è successo in molti altri casi, abbiamo parlato delle molestie al Tasso ricevute da studentesse proprio da parte di un professore via Whatsapp.
E le molestie partivano e si sviluppavano quindi attraverso messaggi privati, una conseguenza dell’eccessivo rapporto diretto tra alunni e insegnanti.

E così nel nuovo accordo che deve essere siglato tra Miur e Sindacato si è parlato molto di questo tema, rientrato in una norma.
Sanzioni e provvedimenti per i professori che abusano dei social con la propria classe. In pratica niente gruppo in chat tra studenti e prof specifico, niente messaggio diretto di interlocuzione.
Una proposta molto restrittiva, che i sindacati hanno ritenuto “irricevibile”. Molta distanza tra le parti, perché i social sono diventati i principali strumenti di vita quotidiana, e la scuola non può esserne certo esclusa. In pratica diventa quasi un’esigenza, alle volte, utilizzare Facebook o Whatsapp per parlare con la propria classe, e stessa comodità spesso la trovano gli studenti e studentesse.

La Cisl è l’unico sindacato a non essersi espresso con chiusura totale. “Dare delle regole su questi temi è inevitabile, ma tutto questo rientra nell’etica e nella professionalità della categoria, non mi scandalizza. Quello che mi preme è che però la discussione entri nel merito di tutto il resto della figura professionale dei docenti, dai nuovi profili alle prospettive di carriera per superare la situazione attuale che fa sì che i docenti italiani siano fra i meno pagati”. Queste le parole della segretaria generale per la Scuola Maddalena Gissi.

Sanzioni che potrebbero essere pecuniarie, ma anche di tipo lavorativo-sociale. La strada sul tema è ancora lunga, e se per gli aspetti sottolineati all’inizio dovrebbe esserci messo un qualche tipo di controllo, va anche analizzato quali possano essere i termini.

#FacceCaso

Di Umberto Scifoni

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