Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Marika a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.
Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Marika a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.
É uscito mercoledì 7 settembre 2022 il nuovo singolo di Marika dal titolo “Assurdo”, un nuovo capitolo che segue il precedente “Abituè”. Il brano vede la collaborazione di Raffaele Dogliani (Lobster Studio di Cuneo) che ha curato a distanza la produzione e di Cristopher Bacco per rec e mix (Studio 2 di Padova). “Assurdo”, con un sapore dolce-amaro che ci accompagna alla fine dell’estate, mischia sound che si adattano perfettamente alla wave pop-urban, ma con synth e batterie retrò che ci fanno viaggiare nel tempo.
Curiosi? Noi sì, e l’abbiamo incontrata.
Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che cominciare col chiederti qual è stato il tuo percorso scolastico?
Mi sono diplomata nel 2020 al liceo delle Scienze Umane “C.Cattaneo” di Monselice (Pd). Indirizzo a parer mio abbastanza sottovalutato, si avvicina molto al classico per quanto riguarda il monte ore delle materie umanistiche; ma affronta comunque anche quelle scientifiche dandoti alla fine del percorso un bagaglio di conoscenze completo. Subito dopo le superiori, mi sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza qui a Padova, ma dopo un anno mi sono accorta non essere la mia strada, nonostante i corsi mi affascinassero, non era più il mio obiettivo.
È necessario studiare musica per fare anche musica? Com’è stato per te?
Io non ho mai studiato musica, né effettivamente canto. E’ nato tutto molto per caso perché mi divertiva farlo e facendo già uno sport a livello agonistico non sono mai riuscita a prendere lezioni di musica. Ho sempre preferito fare tutto da me, imparare qualche accordo, ascoltare molto, prendere spunto ed allenarmi. Direi una bugia se dicessi che non serve studiare musica per farla, perché comunque oggi mi rendo sempre più conto di quanto serve per stare in studio con una consapevolezza diversa o anche solo per avere delle idee più chiare sulla composizione/produzione. Detto questo che si abbia o non si abbia studiato nessuno ti impedisce di farlo se il risultato alla fine è buono ed è quello che ami fare.
Cosa ti ha fatto passare all’italiano?
Per due motivi, in primis è che da qualche anno effettivamente i miei ascolti si sono traslati nella scena italiana, partendo dal cantautorato, ma anche al pop e all’hip hop. Il secondo è che mi serviva un mezzo per comunicare in modo diretto, senza filtri, e questo potevo farlo solo nella nostra lingua.
La tua ultima fissa musicale? Ha in qualche modo a che fare con il tuo progetto musicale per mood o genere? In che modo ti ha influenzato?
Gli artisti a cui mi ispiro sono parecchi, soprattutto italiani, e nell’ultimo periodo sono sicuramente Dargen D’Amico, Ditonellapiaga, Madame, Tropico e Cremonini. Tutti grandi autori di cui in particolare m’intriga la scrittura e che inevitabilmente ogni giorno contaminano la mia concezione musicale, dai testi al sound.
Qual è la tua personalissima interpretazione del termine “assurdo”?
Mentre scrivevo il pezzo pensavo a quanto fosse assurdo che nelle nostre relazioni non riusciamo ad essere sempre chiari e sinceri al cento per cento, c’è sempre qualcosa che sfugge nell’incomunicabilità. Eppure magari si vuole la stessa cosa e non ci si dice niente, è assurdo, le parole sono importanti.
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