Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Basiliscus P a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo album.
Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi sono i Basiliscus P a passare sotto le grinfie della nostra redazione per il nuovo album.
Esce venerdì 18 novembre 2022 per Tuma Records e in distribuzione The Orchard, “Spuma” il nuovo album firmato dai siciliani Basiliscus P, già anticipato dai singoli “Magenta” e “Urban Safari”. Questo disco prende vita da lunghe sessioni di improvvisazione in sala che poi sono state sviscerate e riarrangiate sotto la guida di Marco Fasolo, leader dei Jennifer Gentle e produttore tra gli altri di I Hate My Village e Bud Spencer Blues Explosion. “Spuma” è stato concepito durante il lockdown e rifinito in uno studio ricavato all’interno di un ex Forte militare di fine ‘800, e successivamente registrato al The Cave, prestigioso studio di Catania in cui tra gli altri hanno registrato anche gli Afterhours. Più che dalla spuma, o schiuma del mare, il nome deriva dalla bibita, vera e propria passione dei tre, che è molto graffiante come gusto ma allo stesso tempo dolce, ed è un po’ quel che può ricordare il suono dei Basiliscus P.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con Luca della band, a partire come sempre dal loro percorso scolastico.
Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiedervi qualcosa sul vostro percorso scolastico. Com’è andata?
Ciao! Siamo tutti e tre laureati: io e Marco in Ingegneria, mentre Federica all’accademia delle belle arti (è una super pittrice anche!) e al conservatorio.
E che tipo di rapporto avete con lo studio della musica? Si può fare musica anche senza studiarla?
Io ho studiato batteria da piccolo, e anche un po’ di chitarra, Federica è quella che ha studiato di più (e si sente..) e Marco invece è autodidatta. Non si può fare musica senza studiarla, nel senso che comunque ci vuole un’applicazione massima, esercizio e attenzione: magari si può fare musica senza saperla scrivere all’impronta, ma è fondamentale saperla leggere e anche riprodurre qualcosa per iscritto che magari hai solo in testa.
Quando avete deciso che era arrivato il momento di fare un secondo disco? E a che periodo risale la composizione di “Spuma”?
In verità già dal giorno dopo che è uscito “Placenta”, noi in sala prove buttiamo sempre un sacco di materiale e anche a casa…siamo abbastanza prolifici, il problema è poi fare sintesi di tutto questo. “Spuma” risale al 2020, è stata una sorta di mini-resurrezione da quel periodaccio che ci ha colpiti tutti.
In che modo riuscite ad inserirvi in questa abbondanza musicale?
Cerchiamo di farlo facendo ciò che ci piace, senza ammiccamenti e senza cercare di snaturarci..in tutta questa abbondanza, in tutto questo pieno di musica fruibile dovunque è l’unico modo per mantenere una integrità e per cercare di non essere la “solita roba”.
Prossimi passi?
Stiamo cominciando a suonare il disco in giro e nel prossimo anno stiamo appunto organizzando ulteriori date che ci dovrebbero portare in tutta Italia.. senza dimenticare di pensare anche a nuovo materiale!
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