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Il Ministro Giannini e il greco in inglese

Il Ministro Giannini e il greco in inglese

Polemiche, ritardi e perplessità circa le date del concorso. Siamo ben oltre la scadenza di pubblicazione del bando che il ministro Giannini aveva ass

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Polemiche, ritardi e perplessità circa le date del concorso.

Siamo ben oltre la scadenza di pubblicazione del bando che il ministro Giannini aveva assicurato per dicembre scorso, ma sul concorso per le assunzioni alla scuola pubblica, ancora niente di certo.
Vane le parole del sottosegretario Davide Faraone che assicura un bando pronto entro 15 giorni, al massimo entro fine mese.
Ma non è solo il problema della pubblicazione a lasciare perplessi i duecentomila insegnanti che sperano di essere assunti a scuola.
A quanto pare, il ministro Giannini pretende che due dei quesiti del concorso vengano svolti in una lingua straniera: il candidato dovrà essere in grado di spiegare la materia per cui partecipa alla selezione in una seconda lingua. Un professore di greco potrebbe dover spiegare Platone in inglese, uno di storia, affrontare il ventennio fascista in spagnolo.
Ma qual è il senso della domanda in lingua straniera? Qual è il motivo per cui un docente meglio preparato nella sua materia dovrebbe venir scavalcato da qualcuno che sappia solamente spiegarla meglio in lingua straniera?
Secondo alcuni, quello di accertare un adeguato livello interculturale dell’insegnante in questione, secondo altri, il senso di tutto questo non esiste nemmeno e la questione si riduce ad un provincialismo alquanto ostentato dal ministro Giannini.
Nessuna data ancora indetta per il bando, ma già pronti i ricorsi: “La lingua straniera è un requisito nuovo, un requisito che non era mai stato richiesto per diventare insegnante. Non si cambiano le carte in tavola.” Dichiara Pino Turi della Uil.
Polemiche anche sugli insegnanti esclusi: al concorso possono partecipare solo gli insegnanti abilitati Tfa e Pas.
In tutto questo, i tempi per allestire un concorso di portata nazionale sono larghissimi: organizzare le commissioni, esaminare più di duecentomila persone ed assegnarne alle scuole 60mila.
Urge una data per l’uscita del bando, ma manca il decreto presidenziale che riordini le classi e stabilisca quali criteri servano per passare l’esame.
Faraone comunque, si dichiara ottimista: nonostante i tempi strettissimi, nonostante le polemiche sulla doppia lingua, sugli esclusi, sul mancato decreto presidenziale, è convinto che per settembre, le nostre scuole avranno tutti gli insegnanti di cui hanno bisogno.

Di Silvia Noli

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