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Noi giovani, lavoratori occasionali ma retribuiti e assicurati

Noi giovani, lavoratori occasionali ma retribuiti e assicurati

I voucher sono lo specchio del mondo del lavoro accessorio, in Italia in ampia crescita grazie alle garanzie di Inps e Inail. Di Silvia Carletti Tanti

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I voucher sono lo specchio del mondo del lavoro accessorio, in Italia in ampia crescita grazie alle garanzie di Inps e Inail.

Di Silvia Carletti

Tanti ragazzi tra un corso di studi e l’altro e nei periodi di vacanza decidono di sfruttare il tempo libero cercando un piccolo impiego, e in Italia come all’estero questa forma di lavoro occasionale è regolamentato dai voucher, o buoni lavoro. E’ forse questa la nuova faccia del precariato? Trattandosi di attività lavorative non contrattuali, con frequenza relativa e retribuzioni che rientrano in certi valori massimi annui, questo tipo di buono effettivamente non modifica il tasso di occupazione e disoccupazione, perché non determina l’assunzione del prestatario (ossia colui che si offre per il lavoro temporaneo) ma ne regola esclusivamente le modalità di pagamento e di copertura assicurativa.
Le categorie più interessate a questa novità sono sicuramente quelle giovanili, tra le quali universitari, lavoratori part-time, disoccupati e cassaintegrati costituiscono la stragrande maggioranza di prestatori di lavoro occasionale. Anche molti pensionati aderiscono al lavoro accessorio, e per quanto riguarda gli stranieri o extracomunitari, essi possono essere impiegati se in possesso di permesso di soggiorno riconosciuto sul territorio nazionale.

La pratica dei voucher si è diffusa così velocemente perché è molto vantaggiosa per lavoratori e datori di lavoro: da una parte, assicura ai primi un compenso obbligatorio di 10 euro lordi all’ora di cui 7.50 concretamente introitati e 2.50 destinati alle garanzie assicurative di Inail e Inps, mentre dall’altra offre alle aziende e alle imprese delle prestazioni lavorative nel rispetto della legalità.
I buoni sono facilmente reperibili sia per via cartacea che telematica, mentre le somme dei pagamenti si possono riscuotere immediatamente. Il profitto massimo che si può ricevere è di 7.000 euro l’anno ed è inoltre possibile cumulare i buoni con altre forme di versamenti volontari e contributi pensionistici.
Esiste però un aspetto negativo in questo gioco di ruoli, quello che riguarda le comunicazioni ufficiali: chiunque impieghi un prestatario ha l’obbligo di comunicare l’effettuata assunzione prima dell’inizio della prestazione lavorativa dello stesso, mentre non è richiesta la registrazione di giorni e orari dell’impiegato. Purtroppo questa omissione con l’aumentare dei voucheristi ha incrementato le percentuali di rischi e di infortuni sui posti di lavoro, soprattutto nelle categorie dell’edilizia dove le cifre delle morti bianche per incidenti si sono triplicate nel giro di un anno.

Il nostro Paese sta lavorando per perfezionare questo sistema in continua crescita che merita spazio perché è stato in grado di dare lavoro, anche se in forma solo parziale, a 1,4 milioni di persone, il 66% in più rispetto ai dati registrati due anni fa dal Ministero del lavoro.

Di Silvia Carletti

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