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È in crisi il liceo classico? Non è questa la domanda

È in crisi il liceo classico? Non è questa la domanda

Iscrizioni basse e sistema scolastico sostanzialmente identico a 30anni fa: ma se il cambiamento non parte dai giovani, da chi dovrebbe partire? I da

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Iscrizioni basse e sistema scolastico sostanzialmente identico a 30anni fa: ma se il cambiamento non parte dai giovani, da chi dovrebbe partire?

I dati del ministero dell’istruzione ci dicono che le iscrizioni al liceo classico sono aumentate dello 0,2% rispetto al 2015-2016. Nonostante siano negativi non sono i dati il vero problema. La società in cui viviamo è in forte evoluzione e l’istruzione si deve adeguare ai tempi pur mantenendo la propria identità. È su questa frase che verte la discussione tra classicisti e non. Un tempo dal liceo classico uscivano le menti più brillanti del paese. Dai politici agli scrittori. Erano scuole vive. Erano luogo di proteste e discussioni, occupazioni e manifestazioni. Sentivi che dentro c’era una generazione che scalpitava. Tutto questo è scomparso. Si studia la regola grammaticale e tutti a casa. Non si studia mai il perché di quella declinazione. Il sapere è utile solo se provoca una domanda dentro di noi e quindi la voglia di trovare una risposta.

Per poterci muovere nel mondo che ci circonda dobbiamo saper ragionare sul passato e sui CONCETTI che sono stati alla base di molti avvenimenti storici.
Alla base del problema c’è proprio la società. Le crisi economiche e la globalizzazione ci costringono a dover eccellere in tutto. La tranquillità economica è il primo obbiettivo da raggiungere. Pertanto lo studio delle materie umanistiche viene considerato una perdita di tempo.
Eliminare le versioni è la battaglia simbolo di questa discussione. È chiaro come la traduzione sia di vitale importanza nello studio di una lingua, non solo per entrare dentro la cultura di quel paese ma soprattutto come esercizio mentale. D’altra parte il greco e il latino non possono essere ridotti a uno studio metodico della forma e di qualche pagina di letteratura. Il compromesso potrebbe essere mantenere la traduzione nei primi due anni e sostituirla con lo studio dei testi già tradotti nei tre anni del liceo. L’importante è che venga data parola ai ragazzi su questo tema. Si può discutere di pedagogia per anni ma finché lo studente si sentirà un corpo estraneo nella propria scuola, tutto ciò sarà inutile.

Bisogna conoscere le basi della nostra cultura ma anche come questa stia cambiando. In tal senso si potrebbero aumentare le ore che si passano a scuola, diminuire i compiti a casa, aggiungere materie che ci possano far vedere il mondo diversamente(musica,cinema,economia ecc). In questo momento il liceo classico ha perso il suo senso: non è più il liceo che ti porta al vertice della società (negli anni sono nati percorsi che prima non esistevano come le startup per fare un esempio). Non esiste più nessuna passione per gli eroi di un tempo. Enea è stato sostituito da “Walter White”, la gens Claudia da i “Savastano”.

Il classico ha l’arroganza di non voler cambiare ma come i greci e i romani insegnano, per non morire bisogna adattarsi ai tempi.

Di Guido Ripanti

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