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Ecco chi sono i lavoratori della “ GenerazioneZ ”!

Ecco chi sono i lavoratori della “ GenerazioneZ ”!

Cugini dei Millennials, gli appartenenti alla “ GenerazioneZ ”, ossia coloro che sono nati tra il 1996 e il 2010, cominciano ad affacciarsi al mondo d

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Cugini dei Millennials, gli appartenenti alla “ GenerazioneZ ”, ossia coloro che sono nati tra il 1996 e il 2010, cominciano ad affacciarsi al mondo del lavoro, in un modo diverso, con pragmatismo e concretezza

Sono i cugini dei Millennials, poco più giovani di loro e nati direttamente con lo smartphone in mano. Per identificarli li chiamano Generazione Z, ricchi di una vasta conoscenza tecnologica ed informatica (a loro insaputa), sono il “vero motore del cambiamento”.

A dirlo è Stefano Trombetta, Managing Director, Accenture Strategy, Talent & Organization Italia, Europa Centrale e Grecia, uno che la “GenerazioneZ” la conosce molto bene per avervi dedicato uno studio che verte sul rapporto tra i laureati italiani nel 2017 (facenti parte della categoria) e le loro aspettative sul mondo del lavoro.

Dalle ricerche svolte risulta che le peculiarità della “ Generazione Z ” sono il pragmatismo e la concretezza, elementi che li spingono a fare una scelta di studi rispetto ad un’altra in vista di una maggior utilità o meno per trovare poi lavoro. Addirittura l’87% dei ragazzi la pensa così.

Molti di loro oggi utilizzano le più svariate app per cercare lavoro, ben il 79% dei ragazzi ha dichiarato di averlo fatto almeno una volta.
In risposta ad un tale approccio dei giovani al mondo del lavoro “per proporsi in modo adeguato le società dovrebbero proporre dei programmi di training che sappiamo stimolare i candidati più talentuosi. I giovani di oggi sono estremamente preparati sulle innovazioni e hanno competenze digitali da trasmettere all’intero team”, spiega Stefano Trombetta.

I ragazzi della “ Generazione Z ” che cercano lavoro, se sono addirittura disposti a scegliere un corso di studi che li porti più facilmente a trovare lavoro, dall’altra parte, poi, sul punto di iniziare a lavorare sono spesso preoccupati della non corrispondenza tra quello che si trovano a fare e gli studi svolti. Non vogliono buttare inutilmente anni di studi, né, tantomeno, essere costretti ad accettare un sottoimpiego.

La maggior parte di questi ragazzi, però, si aggrappa alle competenze digitali e tecnologiche di cui dispone, in grado, nel mercato del lavoro attuale, di fare veramente la differenza. I due terzi dei ragazzi intervistati ha addirittura dichiarato di aver frequentato appositi corsi di informatica per migliorare le proprie competenze per essere ancora più “appetibile”.

Dalle statistiche a disposizione risulta che ben l’83% dei neolaureati italiani ha già trovato un lavoro durante l’università, a fronte del 79% dei loro coetanei americani, questo grazie ad esperienze formative quali tirocini, apprendistato o altre formule contrattuali che mirano ad avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro.

Una generazione di giovani ragazzi e futuri lavoratori che cercano il massimo per se stessi, sia dal punto di vista delle soddisfazioni professionali che economiche, lottando spesso contro le difficoltà che la società di oggi, e il mercato del lavoro, gli pongono quotidianamente contro.

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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