L'ateneo milanese e fastweb hanno appena concluso un importante accordo finalizzato all'attivazione della laurea in data science. Sebbene noi giovani
L’ateneo milanese e fastweb hanno appena concluso un importante accordo finalizzato all’attivazione della laurea in data science.
Sebbene noi giovani siamo ormai abituati a trovarci costantemente a contatto con i social network e, più in generale, con la tecnologia, continua comunque a sfuggirci il significato di termini come “big data”, “data mining” o “data science”; termini che invece dovrebbero essere diventati quasi il nostro pane quotidiano. Perché?
Forse perché in realtà non siamo realmente interessati al funzionamento di quei dispositivi che però utilizziamo ogni giorno. O forse per il semplice fatto che nessuno ce lo ha mai spiegato; d’altra parte non avevamo mai sentito parlare di un corso di laurea in, che so, data science…fino a poco fa.
Poco fa, navigando in rete, abbiamo infatti appreso che l’Università Bicocca di Milano ha appena concluso un importante accordo di collaborazione con Fastweb. L’intesa con l’azienda italiana attiva nel settore delle telecomunicazioni avrà durata biennale e consentirà all’ateneo lombardo di avviare il primo corso di laurea magistrale in data science.
Prima di entrare nel dettaglio, però, cerchiamo di capire che cos’è questa “scienza dei dati”. Con il termine “data science” si fa riferimento a tutto quell’insieme di principi metodologici e tecniche multidisciplinari che servono ad interpretare e ad estrarre informazioni dai cosiddetti “big data”.
La partnership tra Bicocca e Fastweb è dunque finalizzata alla formazione di professionisti esperti nella gestione, nell’analisi e nella valorizzazione dei dati digitali. Gli studenti che conseguiranno questa laurea potranno quindi essere considerati a tutti gli effetti dei veri e propri data scientists.
Stiamo parlando di figure professionali innovative e che sono destinate ad avere un ruolo chiave nelle dinamiche sociali future. Guai perciò a sottovalutare questa laurea, perché nel giro di qualche anno potrebbe acquisire un valore imprevedibile per tutti, anche per i big data.
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