L’Osservatorio Giovani dell’Università napoletana rende noti i dati della ricerca sul tema cyberbullismo, svolta per conto del Corecom della Campania,
L’Osservatorio Giovani dell’Università napoletana rende noti i dati della ricerca sul tema cyberbullismo, svolta per conto del Corecom della Campania, sull’utilizzo dei social da parte degli adolescenti.
Più di 1500 ragazzi tra i 15 e i 17 anni hanno collaborato all’indagine raccontando, di loro sponte, il proprio comportamento sui social, gli episodi più disparati e le situazioni più drammatiche. Cyberbullismo? Eh sì, ma non solo!
Alcuni avrebbero voluto l’aiuto dei genitori, altri avrebbero voluto parlarne con i propri insegnanti, quasi tutti comunque hanno avuto prove di episodi “ignobili” da far ascoltare alle orecchie accorte delle ricercatrici Rosanna Marino e Barbara Saracino.
Infatti, la rete è il posto meno sicuro per giovani alle prime armi, maschi o femmine che siano. Le percentuali di cyberbullismo sono altissime in ambo i casi, arrivando al 41.3 percento del totale degli iscritti al web.
Ma non è soltanto questo il rischio che si corre una volta connessi a Instagram o Facebook, infatti – come mostrano le statistiche dell’indagine in questione – l’invio di messaggi sessualmente espliciti, ovvero il Sexting, è al secondo posto.
Il 22% è invece la percentuale di giovani colpiti dal Revenge Porn, anche detto Vendetta Pornografica, che consiste nella condivisione di immagini intime senza alcun tipo di consenso del protagonista delle stesse.
Se a tutto questo aggiungiamo i casi di diffamazione online e di violazione della privacy,cyberbullismo e loro derivati ci rendiamo conto di quanto spaventosi siano i dati raccolti.
Dati che, come afferma Lello Savonardo, il sociologo che ha seguito l’indagine, si spiegano dal momento in cui circa il 90 percento dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni hanno almeno un account social. In più, 3 giovani su 10 ne hanno contemporaneamente due o tre, mentre il primo accesso al mondo social si sta abbassando ai 9 anni.
“Always on” è la definizione data da Savonardo per gli studenti campani: sempre connessi.
Like e follow per imporre la propria reputazione “va bene”, ma attenzione a sottovalutare l’altra faccia della medaglia.
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