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Analfabetismo digitale, siamo i primi!

Analfabetismo digitale, siamo i primi!

Secondo l’OCSE l’Italia è uno dei paesi con la più alta concentrazione di “ignoranti tecnologici” peggio di noi solo Turchia e Cile. Analfabetismo dig

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Secondo l’OCSE l’Italia è uno dei paesi con la più alta concentrazione di “ignoranti tecnologici” peggio di noi solo Turchia e Cile. Analfabetismo digitale, benvenuto nel Bel Paese…

L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) lancia l’allarme rosso: l’Italia è il terzultimo paese nella sua graduatoria stilata in base all’alfabetizzazione digitale su 29 paesi economicamente sviluppati che sono stati analizzati. Solo il 21% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è in grado di navigare (correttamente) in Internet e di utilizzare i nuovi mezzi messi a disposizione dalle nuove tecnologie. Analfabetismo digitale, non ti temiamo (CIT.).

Qualche differenza

È opportuno fare una distinzione tra analfabetismo tecnologico e analfabetismo digitale.

  • Il primo infatti è inerente alla capacità di un soggetto di utilizzare gli strumenti tecnologici (smartphone, tablet, computer…).
  • Il secondo individua nel soggetto una incapacità di saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie di informazione e comunicazione.

Chi se la cava meglio

Per quanto riguarda le varie fasce d’età, bene i giovanissimi che si mantengono nella media internazionale, meno bene i responsabili della formazione degli studenti:

più del 75% dei professori ha dichiarato infatti di non avere una preparazione necessaria per introdurre gli strumenti tecnologici nel proprio metodo di insegnamento.

Tuttavia dato che l’apprendimento dell’uso critico e consapevole delle nuove fonti di informazione avviene separatamente dalle sedi della formazione rischia di compromettere paradossalmente anche i giovanissimi ragazzi dell’era digitale. La soluzione principale sembrerebbe dunque essere quella di un’evoluzione del sistema educativo.

Dati e soluzioni(?)

Nel seguente grafico dell’OCSE è evidente come i risultati degli Italiani lascino parecchio a desiderare, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di internet “in maniera complessa e diversificata”. La maggior parte degli italiani usufruirebbe solo della punta del gigantesco iceberg di internet. Sarà compito dei governi, come ribadito dal segretario generale dell’OCSE, attuare delle politiche che possano equilibrare la situazione e rendere la maggior parte delle persone partecipi della gigantesca evoluzione tecnologica e digitale in cui stiamo vivendo.

#FacceCaso

Di Alessandro Mameli

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