Tempo di lettura: 2 Minuti

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Nyco Ferrari

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Nyco Ferrari

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Nyco Ferrari a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo sing

Il Piccio Records presenta Dovehomessomiopadre? Il nuovo singolo di Barriera
Lemó torna con un nuovo singolo: fuori oggi “Back Home”
FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Chiara Cami

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Nyco Ferrari a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.

Esce mercoledì 17 novembre 2021 (in distribuzione Sony Music e prodotto da Golpe Music) Zingaro, il nuovo singolo di Nyco Ferrari. Un nuovo capitolo per il cantautore di stanza a Milano: un brano sfacciatamente pop anche per chi non ascolta pop, per chi spesso cede ai clichè e per tutti quelli che si ritrovano sempre agli aperitivi, ma anche per chi ama il cinema d’autore e i circoli letterari. Qui Nyco Ferrari offre una versione ironica ed ossimorica di sé stesso: un’anima impegnata che si ritrova a ballare con poco.

Non abbiamo resistito, e ne abbiamo parlato direttamente con lui.

Di cosa parla il singolo Zingaro?
Zingaro è il mio primo tentativo esplicito di farti ballare! Si apre in un mood un po’ conscious con la proposta di evadere da tutto. Poi ti butto lì un ritornello leggero come una canzonetta di Saremo anni ’50, ma solo per farti cascare addosso tutta l’energia del “POPPOROPPO” del drop reggaeton.
Anche qui però nascondo un messaggio: alla fine dico “Po-po-po-POCO.”
Perché Zingaro è prima di tutto un invito alla leggerezza, a spogliarsi di tutto e ballare con poco, ma anche un invito ad una piccola riflessione: ti piace il modo in cui stai vivendo? Sei soddisfatto o stai indorando la pillola con un po’ di musica?

Ti ricordi ancora la prima canzone che hai scritto? Com’era?
Cavolo sì! E la cosa pazzesca, se ci penso, è che dopo 16 anni di scrittura (la prima canzone l’ho scritta a 14 anni) il mio messaggio è ancora quello. La canzone si intitolava “Be Alive”. Diceva proprio “I have a world, I have a life, // I have Love, I wanna be alive.// If yoiu have a chance no, please don’t loose it, // if you tell me I’ll help you to use it, and don’t’ waste your life waiting, you gotta be Alive.” Puoi chiamarla ripetitività, oppure coerenza. Decidi tu!

Quando sei diventato Nyco invece di Nicola?
A New York. Nel mio nome quella città (e nella mia musica) ha messo un “perché”, una Y, che in inglese si pronuncia appunto come “why”. E poi è da lì che sono ripartito da zero: 0. NYC-O

Zingaro è anche un’autocritica?
In realtà è proprio il contrario dell’autocritica. Mi sono criticato tanto, e continuo a farlo. Ma con zingaro mi son detto: sai checc’è? Che va bene tutto. Finché c’è la mia chitarra, va bene tutto. Ballo anche con poco. Sarà tutto un cliché? E ‘sti gran c***! A me piacciono i cliché. In fondo, come diceva Oscar Wilde: “Being natural is simply a pose, and the most irritating pose I know.”

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo lasciarti andare senza chiederti qualcosa in più sul tuo percorso scolastico?
Il mio percorso scolastico è un bazar cinese, c’è dentro di tutto un po’.
Al liceo mi sono infilato nelle versioni di greco del classico. Ho maledetto quella lingua centinaia di volte, ma le Storie di Odisseo mi hanno trasmesso l’amore del Mediterraneo, delle storie, e del vino.
Intanto però sottobanco durante le lezioni di filosofia studiavo cinese, e il prof. mi rimproverava: “Ferrari, chiudi il libro di cinese, stiamo facendo Kant!”. Dopo il liceo ho fatto la scelta credo più importante della mia vita fino ad ora: prendermi un anno sabatico dagli studi e andare a Londra a lavorare. Ho fatto il cameriere per un anno tra Londra, Dublino e Parigi.
Poi mi sono iscritto al corso di Médiation Culturelle della Sorbona, ma c’era l’opportunità di frequentare il terzo anno all’estero, e sono finito a Shanghai per i due ultimi semestri, a studiare di nuovo il cinese mandarino.
Tornato a Milano mi sono iscritto alla magistrale in Storia dell’Arte. Dopo la laurea pensavo di aver chiuso con gli studi, e invece mi sono iscritto al Conservatorio Giuseppe Verdi, dove tra poco mi diplomerò con Danila Satragno al Biennio di Canto Jazz. Poi chissà!

#FacceCaso

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0