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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Argo

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Argo a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.

Esce venerdì 16 settembre 2022 “Mi hanno detto che”, il primo singolo di Argo, prodotto da Trem, dopo più di un anno senza alcuna pubblicazione. Il singolo in questione rappresenta una frattura di un equilibrio fittizio che l’artista si era creato in successione ad alcune difficoltà personali che affronta nel testo, come disturbi d’ansia e dipendenza.

Argo compromette la propria “stabilità di facciata” accettando l’irruenza di un periodo passato che continua a pesare e a condizionare le sue aspettative e la sua concezione di sé. Il brano, accompagnato esclusivamente da alcune note di pianoforte e violino curate da Trem, trascina un’atmosfera soffocante ma anche consapevole.

Noi volevamo parlarne con lui, ecco com’è andata.

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa in più sul tuo percorso scolastico.
Ho frequentato il liceo artistico ad indirizzo multimediale e audiovisivo. Mi sono diplomato con un sudatissimo 92 che sfoggio appena mi si presenta l’occasione.
Non sono sempre andato bene a scuola, ho iniziato ad apprezzare lo studio verso il quarto anno di liceo, ma ho sempre amato il contesto scolastico e infatti ho iniziato a sentirne la mancanza praticamente subito.

I temi da te trattati sono tra gli altri anche i disturbi d’ansia e le dipendenze. Sono temi che ti hanno toccato personalmente?
Si, sono difficoltà che ho vissuto in prima persona.
Non ho mai avuto problemi a parlarne perché non trovo vergogna nell’acquisire consapevolezza dei problemi che si vogliono risolvere. “Mi hanno detto che” è stato un puzzle di tutte le sfumature legate a problemi di questo tipo che, messe in musica, sono potute uscire con una violenza necessaria per fare un punto della situazione che ritenevo indispensabile.

Pensi che l’avvicinarsi di questi disturbi sia un problema generazionale?
Assolutamente si.
La mia generazione ha molti tratti comuni, soprattutto quelli legati a disturbi emotivi e psicologici e purtroppo ciò non mi sorprende.
Non riusciamo a vedere un futuro con la stessa facilità dei nostri nonni o dei nostri genitori, abbiamo la strada molto meno spianata.
Da un certo punto di vista, invece, sono sollevato perché sembra che questa “diffusione” di squilibri emotivi, anche se molto lentamente, stia servendo per normalizzare le difficoltà di natura psicologica.

E soprattutto, che potere ha la musica a riguardo?
La musica in alcune situazioni può essere la scintilla di cui abbiamo bisogno per vedere le cose nella loro interezza, ciò che può farci alzare da una brutta caduta. Ho iniziato a vedere la musica come una lente di ingrandimento focalizzata sulle nostre emozioni, senza la quale non potremmo mai vedere o toccare alcuni stati d’animo così da vicino.

Cosa accadrà ora?
Ho molte cose in programma, il 30 settembre è uscito un nuovo singolo e più avanti molto altro, quindi ci sentiamo molto presto!

#FacceCaso

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